De Rossi sarà il perno. Con la speranza che oggi e domani riesca ad allenarsi senza problemi. Il resto, per Di Francesco, è ancora tutto da decidere. Se in attacco le certezze saranno El Shaarawy e Dzeko, dal modulo, e di conseguenza dal centrocampo che il tecnico adotterà, dipenderà chi giocherà con loro. La realtà dice che la Roma potrebbe giocare col modulo preferito dal suo allenatore, ma potrebbe mettersi anche 4-2-3-1, qualora Di Francesco decidesse di non rinunciare a Nzonzi, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.
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Di certo non è facile neppure rinunciare a Pellegrini e Zaniolo che, per motivi diversi, in questo momento vivono sulle nuvole. Lorenzo è al settimo cielo, tra la futura paternità e il doppio infortunio muscolare messo alle spalle, Nicolò continua ad essere il talento più cristallino del calcio italiano. Chi potrebbe partire dalla panchina, se la Roma giocasse con il 4-3-3, è Cristante, sempre che Di Francesco, con El Shaarawy, non decida di mettere uno tra Perotti e Kluivert in attacco. Se invece i due dovessero restare fuori - il loro stato d’animo fisico e mentale non è esattamente lo stesso di Zaniolo e Pellegrini - Cristante giocherebbe a centrocampo, e l’ex Inter sarebbe invece dirottato in attacco.
Diverso è invece il discorso se Di Francesco dovesse affidarsi a Nzonzi, in coppia con De Rossi. All’andataDi Francesco li mise insieme, con Florenzi (in difesa giocava Santon), Pastore ed El Shaarawy dietro a Dzeko. L’argentino venne sostituito quasi subito da Pellegrini, e iniziò lì la sua crisi fisica, mentre Lorenzo scoprì un ruolo che praticamente non aveva mai fatto e che oggi è quasi il suo preferito. Molto, se non tutto, dipenderà, oltre che dalle condizioni di De Rossi, anche da quelle di Nzonzi. Se Daniele non dovesse farcela a giocare dall’inizio, magari gestendosi per il Porto (ma associare, per il capitano, la parola gestione al derby è sempre un azzardo), sicuramente la Roma si metterebbe 4-2-3-1, perché Nzonzi regista del 4-3-3 è un rischio troppo grande.
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