rassegna stampa

C’è l’amuleto Sampdoria. Provaci ancora Gervinho

Nella scorsa stagione le cinque partite di campionato in cui Gervinho non è sceso in campo si sono concluse con due vittorie, due pareggi e una sconfitta, cioè assai fuori media rispetto a quanto la Roma aveva fatto vedere con l'ivoriano.

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Il tempo, in genere, riesce a mandare in prescrizione encomi ed errori.

Detto che la storia ha poi raccontato la verità, con questa premessa possiamo quindi raccontare ciò che filtrava dallo spogliatoio dopo le prime settimane di allenamento di Gervinho a Trigoria. «Quello è un corridore, non un calciatore...», mormoravano sconsolati in diversi. E invece Gervais Yao Kouassi – al secolo calcistico Gervinho – ci ha messo davvero poco per convincere tutti di essere un ottimo giocatore, premiando così l’insistenza di Rudi Garcia nel volere alla sua corte quello che era stato il suo pupillo nel Lilla.

La data spartiacque, tra l’altro, è arrivata abbastanza in fretta: 25 settembre 2013. Proprio quando l’attaccante ivoriano ha segnato il suo primo gol romanista. Indovinate dove? A Genova contro la Sampdoria. Chi lo desideri, è autorizzato agli scongiuri.

LUI E TOTTI  Da quel giorno le reti segnate da Gervinho sono arrivate ad essere 16. Un bottino niente male per un giocatore che, pur non avendo piedi raffinati, ha un controllo di palla in velocità degno dei campioni più celebrati. Poi, se è vero che sotto porta a volte sbaglia gol apparentemente facilissimi, è altrettanto vero che ne segna di bellissimi (ricordate il gol di tacco alla Juventus nella scorsa edizione della Coppa Italia) e soprattutto – tra assist diretti o indiretti – crea le premesse perché i compagni vadano in porta con grande facilità. Inutile dire che avere una piattaforma di lancio come quella rappresentata da Totti sia l’ideale per il ghepardo ivoriano, proprio come successe un anno fa a Genova. Adesso la storia può ripetersi perché, detto che Gervinho sembra essere l’attaccante più funzionale al gioco proposto da Garcia, domani contro la Sampdoria Totti e l’ivoriano sembra che siano chiamati ancora una volta a provare a sbancare Marassi per dimenticare l’umiliazione patita contro il Bayern.

LUI E L'AFRICA  In fondo, non è un caso che l’allenatore francese abbia voluto una sorta di clone di Gervinho, come in certe situazioni può essere Iturbe. L’attaccante ivoriano, infatti, a gennaio potrebbe restare assente a lungo per via della Coppa d’Africa, anche se la sua nazionale deve ancora qualificarsi aritmeticamente. D’altronde, i numeri parlano chiaro. Nella scorsa stagione, infatti, le cinque partite di campionato in cui Gervinho non è sceso in campo si sono concluse con due vittorie, due pareggi e una sconfitta, cioè assai fuori media rispetto a quanto la Roma aveva fatto vedere con l'ivoriano.

LUI E BOLT  Insomma, spesso i giallorossi soffrono quando non c’è la sua velocità. E a proposito di sprint, resta sempre in piedi la sfida che Gervinho ha lanciato tempo fa a Usain Bolt. «Mi piacerebbe gareggiare con lui: correndo con la palla penso di essere più veloce di lui». In attesa che qualche sponsor si scopra interessato ad organizzare l’evento, l’ivoriano si accontenterebbe di sprintare con la Roma verso una ritrovata serenità. Il dopo Bayern, infatti, a Trigoria avrebbe un senso solo con un successo contro la Sampdoria, proprio come accadde nel 2007 dopo il 7-1 rimediato dai giallorossi contro il Manchester United. In quel caso finì 4-0 all’Olimpico. L’impressione è che stavolta l’universo giallorosso si accontenterebbe anche di molto meno.