La risposta della Figc a Fifa e Uefa è arrivata e non poteva essere altrimenti.
rassegna stampa
Caso Tavecchio, la Figc risponde a Blatter e Platini. La difesa: «Solo un incidente»
Ieri il direttore generale Antonello Valentini ha scritto a Zurigo e Nyon, allegando un’ampia memoria difensiva realizzata dallo stesso candidato.
D’altra parte Sepp Blatter era stato perentorio: entro fine mese pretendeva «chiarimenti» sulla questione Tavecchio.
Anche Michel Platini, con meno urgenza, aveva chiesto «informazioni» ricordando le campagne antirazziste europee alle quali le 54 federazioni devono adeguarsi (facendo da esempio...). Così ieri il direttore generale Antonello Valentini ha scritto a Zurigo e Nyon, allegando un’ampia memoria difensiva realizzata dallo stesso candidato (che è anche vice-presidente federale). E adesso?
DIFESA TAVECCHIO Cominciamo dalla difesa italiana. Contiene una cronistoria degli eventi e una serie di documenti con i quali Carlo Tavecchio vuole dimostrare di essere tutto meno che razzista. C’è una descrizione delle sue attività pubbliche e private. C’è la raccolta di tutti gli articoli dei giornali nei quali si parla delle sue attività in Africa (in particolare in Togo). C’è infine una memoria di tutte le attività internazionali della Lega dilettanti. Insomma, un quadro che tenda ad eliminare qualunque dubbio sulla sua figura. Tavecchio non è proprio un estraneo: dal 2011 è membro della commissione calcio giovanile Uefa (fino al 2015). A Nyon, almeno, lo conoscono bene.
PUO' BASTARE? L’intento della difesa sembra quello di derubricare la storia a un «incidente», al «compagno che ha sbagliato», insomma qualcosa che può succedere ma che non intacca il percorso verso la presidenza. Consentiteci: sarebbe troppo facile. Se davvero Fifa e Uefa si accontentassero di questo, allora le loro lettere avrebbero avuto il significato di un alibi morale: ripulirsi le coscienze davanti all’opinione pubblica con un atto dovuto e poi tutto come prima. Ma sembra difficile.
BATTAGLIE INTERNAZIONALI L’antirazzismo e la lotta alle discriminazioni sono battaglie fondamentali per Fifa e Uefa: presentarsi agli eventi europei con Tavecchio potrebbe essere imbarazzante e rendere il tutto poco credibile. Come sfoggiare la scritta «no al razzismo» in campo con lui accanto senza ricevere, come minimo, risolini (se non critiche)? Ecco il punto. Anche ammettendo una semplice «scivolata» del candidato, ci sono ruoli politici, e quindi simbolici, nei quali neanche le «scivolate» possono essere ammesse. Possono Federcalcio, Uefa e Fifa permettersi questo punto debole? Dalle prime reazioni di Zurigo e Nyon ne capiremo di più.
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