Il caso Petrachi era davvero l’ultima cosa che occorreva alla Roma, ma la realtà a volte non si può modificare, e così Fonseca ha il compito non facile di cercare di preservare la squadra da qualsiasi sussulto emotivo esterno. Come scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, dopo la frattura con il ds, la linea della dirigenza è tracciata: per il momento niente forzature; quando la polvere si sarà posata, le parti si saluteranno senza nessun rimpianto e con una buonuscita per il dirigente, nonostante la tentazione del licenziamento per giusta causa resti. Ma proprio per evitarlo tutti si aspettano che Petrachi manterrà finalmente un basso profilo, visto che il presidente Pallotta è stato convinto a non forzare la mano. Merito, tra l’altro, del collaboratore Cavallo, che ha evitato di tradurre alcune delle espressioni più dure che il d.s. voleva usare nel famigerato messaggio al presidente. Un punto in più per Cavallo che, come il segretario Longo, potrebbe non seguire la sorte di Petrachi.
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Caso Petrachi, il gruppo è blindato: ci pensa Fonseca
In rotta con tutti, il ds ormai è ai margini. Il tecnico vuole evitare cali nella Roma
A Trigoria sono pronti a voltar pagina, anche perché incombe la questione stadio. Il magnate ceco Vitek, interessato all’area di Tor di Valle, non collaborerà più col fondo York e quindi vorrebbe sapere qualcosa di più su un possibile nuovo proprietario della Roma. Difficile che possa avere certezze a breve, ma entro il 30 giugno pare intenzionato a muoversi lo stesso.
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