Qui di inquietante c’è un po’ tutto. Non solo il risultato, magari fosse solo la prestazione. C’è una Roma costretta ad aggrapparsi alle solite soluzioni in attacco, perché chi doveva garantire il cambio di passo sta, di fatto, svolgendo una specie di preparazione precampionato. Seydou Doumbia ieri era un passeggero aggregato alla Roma: in panchina per far numero, mai davvero il dubbio – in Rudi Garcia e in tutti gli spettatori – che una partita da 0-0 potesse essere sbloccata dal centravanti acquistato a gennaio. A certificarlo, ecco le parole del d.g. Mauro Baldissoni prima di Chievo-Roma, prima di uscire dal Bentegodi – lui come il d.s. Sabatini – scuro in volto. «Doumbia ha avuto un leggero mal di schiena, ma su di lui si sta facendo di più: un lavoro atletico. Le condizioni fisiche sono buone, quelle atletiche ancora no, visto che il campionato russo si è fermato a dicembre e c’è stata un po’ di inattività non compensata dall’impegno in Coppa d’Africa. Durante un torneo non ci si allena come in una stagione ordinaria. Ibarbo? Sarà in campo tra un paio di settimane».
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Caso Doumbia «Ora è fuori condizione»
L'ivoriano soffre di mal di schiena, ma restano i dubbi sulla sua gestione da parte dei preparatori di Trigoria
TUTTI SOTTO ACCUSA E allora, in un pomeriggio da pensieri strani, suona sinistro anche solo ricordare come l’ivoriano sia stato mandato in campo il 15 febbraio, contro il Parma, 48 ore dopo essere atterrato a Roma. E poi riproposto a partita in corso nella stessa settimana sia contro il Feyenoord sia contro il Verona. Perché? Perché, se di fatto Doumbia non si allenava con una squadra di club da metà dicembre? Due mesi senza una vera seduta e poi subito dentro: un po’ come immaginare un giocatore che finisce il campionato a metà maggio, poi a metà luglio lascia la spiaggia per giocare un match di campionato. Ce n’è abbastanza per mettere tutti sotto accusa, a Trigoria. E per acuire ancor di più le distanze tra staff medico e lo staff di Garcia: il giochino dello scaricabarile va avanti da tempo. Doumbia si è trovato in mezzo. Ora lavora con un preparatore di sua fiducia, fatto arrivare a Trigoria per l’occasione. Un tutor, per curarlo. Ma chi cura la Roma?
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