rassegna stampa

Casa Cerci sogna “Roma campione e lui al Mondiale”

(Gazzetta dello Sport – M.Calabresi) In giro per Valmontone, ieri mattina il signor Giuseppe Cerci ha dovuto fare i conti con i romanisti: «Certo che tuo figlio proprio contro di noi doveva segnare, eh?».

Redazione

(Gazzetta dello Sport - M.Calabresi)In giro per Valmontone, ieri mattina il signor Giuseppe Cerci ha dovuto fare i conti con i romanisti: «Certo che tuo figlio proprio contro di noi doveva segnare, eh?». Papà Cerci l’ha presa a ridere: «In famiglia non possiamo non tifare per Alessio. Se le cose fossero andate diversamente in passato, avremmo avuto due motivi per essere romanisti, ma così non è stato. Perciò, al pareggio del Torino abbiamo brindato». A casa Cerci, quando c’è la partita, niente «caciara»: «Siamo solo io, mia moglie Celeste e mio figlio Damiano. Se ho esultato di meno al gol contro la Roma? No, ma diciamo che se vincesse lo scudetto e Alessio andasse al Mondiale sarebbe l’anno perfetto».

IL MIGLIORE AMICO Dario Polverini, che gioca nella Pro Patria (Prima divisione), ha voluto Cerci come testimone di nozze; i due, sul braccio sinistro hanno tatuata la stessa frase di «Amico» di Renato Zero («Amico è bello, amico è tutto, è l’eternità, è quello che non passa mentre tutto va»), incontrato la scorsa settimana nel backstage del concerto a Torino. Domenica, Polverini era allo stadio: «Alessio viveva nel pensionato di Trigoria e spesso lo invitavo a casa mia, ad Anzio. Da lì, siamo diventati migliori amici, e sono felicissimo che stia vivendo questo momento. Se proprio la Roma doveva chiudere la serie di vittorie, meglio che abbia segnato Alessio piuttosto che un altro».

IL PORTIERE L’ultima volta che Cerci aveva sentito Pietro Pipolo, portiere che oggi gioca nel Lugano, e con cui ha condiviso gioie e delusioni nel settore giovanile, era stato invece dopo il rigore sbagliato contro l’Inter. «Certo che non ti ho proprio insegnato niente», il messaggio di Pipolo, scherzosamente mandato a quel paese da Cerci. «Era un mistero non veder esplodere un talento del genere – racconta –. Chi lo ha visto crescere, si era accorto subito di quanto fosse devastante. Partiva da metà campo e arrivava in area avversaria palla al piede: imprendibile. Il rammarico? Non averlo avuto in campo nel giorno dello scudetto Primavera del 2005». Quella sera, Cerci era infortunato, ma di rivincite se n’è prese parecchie.