rassegna stampa

La carica di Rudi: «Il mio futuro? Conta solo Cesena»

«Sono qui per vincere, è sicuro che non sarà quest’anno, ma io voglio farlo in futuro. Poi non decido solo io»

Redazione

Hai voglia a fuggire da un ambiente, perché tanto poi tutto intorno sa comunque di Roma: il nome dell’albergo come quello dell’aeroporto di Fiumicino, le sciarpe di un centinaio di tifosi — questi sì a caccia di foto e autografi — fuori dall’hotel, persino la Spa della struttura, «Dolce vita». Anche se qui di dolce c’è poco. C’è una squadra in cerca di serenità, andata via da Trigoria scortata dalla polizia, oltre che insultata da una trentina di tifosi. Così si spiega la presa di posizione di Garcia: «I tifosi hanno i nostri stessi obiettivi, la loro delusione è comprensibile. Però non devono mai superare il limite del rispetto. Rispetto che io ho, nei loro confronti: mi aspetto che sia lo stesso da parte loro verso la squadra». Parole non casuali, rivolte a chi il rispetto l’ha dimenticato nel post Roma-Fiorentina sotto la Curva Sud, durante il quale un accendino ha colpito alla testa Pjanic e altri giocatori sono stati oggetto di sputi e del lancio di un’asta di bandiera. Allontanarsi da un ambiente simile — via etere si sprecano gli insulti ai dirigenti, in arrivo azioni legali —, non può che aiutare. «Da un momento così si esce tutti insieme, avrei preferito partire un giorno prima anche per testare meglio il sintetico. Ora si vede la qualità di un gruppo». Gruppo risicato: Totti non c’è, Doumbia ha raggiunto il ritiro in tempo per la rifinitura, Ljajic è in dubbio per il solito dolore al piede.

FUTURO - Così comincia una volata da 50 milioni di euro, mica spicci. Il secondo posto è il limite che sposta tutto: senza Champions, sarebbe la società a cambiare guida tecnica. Con la qualificazione in tasca, sarebbe invece il francese a valutare se restare o no: «Il mio futuro è domani, non penso oltre Cesena. Ho fatto questo discorso ai giocatori, hanno capito», dice Garcia. Che poi precisa: «Sono qui per vincere, è sicuro che non sarà quest’anno, ma io voglio farlo in futuro. Poi non decido solo io». E intanto continuano le voci di allenatori accostati in serie alla Roma: l’ultimo è Spalletti — smentito un suo incontro a Miami con Pallotta — che in ogni caso non sarebbe entusiasta di tornare. «Ho sentito Pallotta dopo la Fiorentina, mi confronto ogni giorno con i dirigenti. Ora conta solo vincere, chi sia l’avversario conta poco». Anche perché quasi tutti hanno fatto meglio, nel girone di ritorno. Pure il Cesena, appunto: 12 punti contro 9. Roma brucia per questo. Qui non si vede il fumo, ma è come se si sentisse l’odore.