Tra una settimana (precisamente il 18 giugno) Fabio Capello compirà 70 anni. Per l'occasione il tecnico friulano si è aperto in una lunga intervista pubblicata questa mattina sulle pagine de "La Gazzetta dello Sport". Inevitabili alcune considerazioni sulla Roma, ma non solo. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
rassegna stampa
Capello: “Il mio addio alla Roma fu inevitabile. Totti uno tra i più grandi talenti allenati”
Il tecnico friulano torna anche su una vecchia questione societaria: «Con Baldini sfiorammo l’affare che avrebbe potuto cambiare la storia della Roma: la cessione al gruppo russo»
Moggi, Giraudo, Baldini: come è riuscito ad andare d’accordo con dirigenti così diversi?
«Con Baldini sfiorammo l’affare che avrebbe potuto cambiare la storia della Roma: la cessione al gruppo russo».
Saltò per colpa della politica o per altre ragioni?
«I motivi furono diversi dalla politica».
Fu quella delusione ad allontanarlo dalla Roma?
«L’addio alla Roma fu inevitabile. Il mio ciclo era finito. Ma non fu una fuga. Il contatto con la Juve nacque grazie a Giorgio Tosatti e fu tutto molto rapido».
Il più grande talento allenato?
«Van Basten. Poi Ibrahimovic, Totti, Maldini, Baresi, Raul».
La città più bella?
«Ho girato il mondo, ma nessun posto possiede la bellezza di Roma. Il fascino millenario dei suoi monumenti è unico. Quando giocavo, dopo cena portavo gli amici ad ammirare i Fori. Fa male al cuore vedere come è stata ridotta».
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