rassegna stampa

Calcio e governo, alta tensione. La Lega di A: “Accordo tradito”

Gravina: "Siamo sicuri della strada che abbiamo intrapreso". Tare: "Non so quale sia il suo scopo, però non vuole aiutarci"

Redazione

Se si dovesse decidere ora, oggi, in questo momento, bisognerebbe dire stop, basta, non si può giocare, ne riparliamo a settembre. Per sperare ci vogliono giorni, probabilmente almeno le prime due settimane di maggio, scrivono Alessandra Gozzini e Valerio Piccioni su "La Gazzetta dello Sport". A frenata si aggiunge frenata sulla ripartenza del campionato. Anche se Vincenzo Spadafora alla fine della giornata dice: "Macché complotto contro la serie A, è ridicolo pensarlo". Ma la Lega è infuriata: basta con le incertezze, è stato disatteso un accordo, non si può ripartire con il campionato oltre il 14 giugno.

Un dato, comunque, è fuori discussione: il grande scetticismo del Comitato tecnico-scientifico manifestato al ministro dello Sport in videoconferenza. Una prima risposta alla Federcalcio, che con il suo presidente Gabriele Gravina aveva manifestato massima disponibilità: "Pronti a modificare il protocollo per ripartire".

Pure la Lazio attacca. Igli Tare, direttore sportivo biancoceleste, rompe il silenzio: "Non so quale sia il suo scopo ma di certo Spadafora non vuole aiutare il calcio". E Marco Parolo si sintonizza sulla stessa linea: "Non siamo trattati allo stesso modo, è evidente che qualcuno non vuol far ripartire la serie A". "La sensazione è di essere discriminati - aggiunge Tare - e non capisco perché Juve e Inter non prendano posizione".