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Bruno Conti: “Ho dribblato il tumore al polmone. Dan Friedkin voleva pagarmi le cure”

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Le sue parole: "E non dimentico il presidente Dan Friedkin che voleva portarmi a sue spese negli Stati Uniti: conservo le sue affettuose lettere"
Redazione

Bruno Conti ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le parole di Marazico che ha parlato del suo amore per la Roma, di Francesco Totti e della sua malattia:

Bruno, 70 anni di cui 50 passati nella Roma. "Due traguardi... Sono l'uomo con la più lunga militanza in giallorosso da calciatore, allenatore e dirigente: un grande orgoglio".

Cosa è stata la Roma per lei? "Cosa è: tutta la mia vita. Ancora oggi quando sento gli inni di Venditti, Fiorini e Conidi mi emoziono, mi viene la pelle d'oca. Ho passato due anni al Genoa per farmi le ossa in prestito, avendo come maestro Simo-ni, ma non ho mai pensato di lasciare la Roma, neanche quando Maradona ogni volta che ci incontravamo mi diceva "vieni a Napoli". Mio padre, romanista fino al midollo, non me l'avrebbe mai perdonato".

Il gran rifiuto di Falcao: doveva tirarlo il rigore contro il Liverpool? "Non era un rigorista. E stato un campione che cambiò la storia della Roma. Ma forse, viste le tante assenze, avrebbe dovuto prendersi quella responsabilità".

Quanto le spiace che Totti non sia nella Roma? "Tantissimo, lui è la storia della Roma"..

Guardando indietro: a chi deve dire grazie? "Ai miei genitori che hanno cresciuto sette figli facendo mille sacrifici. Mi hanno trasmesso i valori veri della vita. E poi a mia moglie, i miei figli e i miei nipo-ti, che mi sono stati vicino in un momento difficile, fortunatamente alle spalle".

⁠Le va di parlarne? "Due anni fa mi hanno diagnostico un tumore al polmone. Devo ringraziare il mio medico di famiglia, il dottor Camilli, che si è accorto subito della mia tosse persistente e il professor Rendina del S.Andrea per le cure che hanno funzionato. E non dimentico il presidente Dan Friedkin che voleva portarmi a sue spese negli Stati Uniti: conservo le sue affettuose lettere.

Ora però sto bene, gli esami sono tutti a posto. E posso dire che mi è riuscito un altro dribbling...".