(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese) Sarà che quel suo spirito da marine lo ha ereditato da papà Bob. O che da piccolo, quando vedeva gli allenamenti dei Chicago Fire (guidati proprio dal padre), era già attratto dal dirty work, il lavoro sporco. Dall'epoca, però, Michael Bradley si è fatto da solo e in questo primo mese in giallorosso ha dimostrato che oltre a quel lavoro sporco lì, gli piace anche costruire. Zeman se ne sta calcisticamente innamorando giorno dopo giorno, lui ha nell'umiltà la sua dote migliore: è quella che gli permette di non montarsi la testa, di restare ancorato alle origini, di continuare ad inseguire quel sogno di diventare un grande giocatore. Con la testa e con i piedi. Ci riuscirà e su questa strada lo aiuterà anche Daniele De Rossi, l'uomo delle copertine giallorosse di questi giorni, l'ago della bilancia del centrocampo giallorosso.
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BRADLEY Il braccio destro di Capitan Futuro si è preso la Roma
(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) Sarà che quel suo spirito da marine lo ha ereditato da papà Bob.
CHE GIOCATORE «Bradley lo avevo affrontato da avversario, ma allenandomici insieme ho scoperto ancora di più le sue qualità — ha detto ieri De Rossi in conferenza stampa — È un giocatore ancora più bravo di quanto pensassi». Parole che Daniele aveva già detto nei giorni scorsi e che quando sono arrivate a Michael lo hanno fatto quasi arrossire. Del resto, per il marine Usa, De Rossi non è solo un leader della squadra, ma anche uno a cui guardare per crescere ancora. «Giocando accanto a Daniele non posso che migliorare», aveva detto l'americano appena arrivato a Riscone (sede del ritiro della Roma). Per poi aggiungere durante la tournée americana: «Burdisso, Totti e De Rossi hanno grande esperienza, per me loro sono i leader di questa squadra. Noi dobbiamo solo seguirli».
PERSONALITA' Bradley, del resto, ci sta riuscendo in pieno, dimostrando anche quella personalità che solo un marine riesce a mettere subito sul piatto della bilancia. Per sbarcare a Roma ha rinunciato a una parte del premio salvezza che il Chievo doveva ancora dargli e in America ha dimostrato di non essere solo un'operazione di marketing, come qualcuno aveva sospettato. Il gol al Liverpool e quello di domenica all'Aris stanno anche lì a confermare come con il modulo di Zeman, Michael possa tornare ad avere anche una discreta confidenza con il gol, come ai tempi dell'Heerenveen e del Borussia Mönchengladbach (25 gol in sei anni, al Chievo lo scorso anno ha invece segnato una sola rete).
SCHEMA Già, lo schema. Michael è uno di quelli che va, si inserisce, ha corsa e propensione alla fatica (oltre a qualità tecniche). Sembra calzato a pennello per fare l'interno nel centrocampo zemaniano, il braccio destro di De Rossi. Con lui e Pjanic costituisce un centrocampo da favola, ma il boemo sta pensando a Bradley anche da regista, in posizione centrale, ruolo che ha già svolto al Chievo e anche domenica con l'Aris, quando De Rossi ha lasciato il campo. Sulla carta, il vice di Daniele è Tachtsidis, ma il greco deve ancora ambientarsi. Non c'è problema, «Taxi» si prenda tutto il tempo. In caso di necessità, c'è il marine Michael pronto a dare una mano.
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