rassegna stampa

Borriello, 25.000 gol con la valigia

(Gazzetta.it – F.Oddi) – Era il 16 febbraio del 2011, la Roma di Ranieri perdeva in casa con lo Shakhtar Donetsk, le telecamere pizzicano un labiale di Marco Borriello, accompagnato da un plateale gesto delle braccia:

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(Gazzetta.it - F.Oddi) -Era il 16 febbraio del 2011, la Roma di Ranieri perdeva in casa con lo Shakhtar Donetsk, le telecamere pizzicano un labiale di Marco Borriello, accompagnato da un plateale gesto delle braccia: “Questo mi tiene in panchina, ho fatto 25.000 gol”. Risposta del tecnico romano, pochi giorni prima di dimettersi: “Me l'ha fatto vedere quando è entrato, infatti…”. C’è il lato oscuro della forza di Borriello in quell’episodio, centravanti che per quello che ha fatto vedere nei due campionati col Genoa - 31 centri complessivi - avrebbe meritato qualcosa in più dei due scudetti vinti da attore non protagonista con Milan e Juventus.

"Dal Milan sono andato via per Ibrahimovic, avevano preso il centravanti più forte del mondo, alla Roma ho avuto problemi perché mi aveva voluto la vecchia proprietà, e poi era cambiato tutto", disse due anni fa alla conferenza stampa di presentazione alla Juventus, che se lo era fatto prestare dal club giallorosso.

Alla Juventus durò poco: lo presero con diritto di riscatto senza poi esercitarlo, 13 presenze e 2 gol, buone però per vincere il suo secondo scudetto, dopo quello del dominio Milan, 11 punti di vantaggio sulla Roma nel campionato 2003-04. Solo che quell'anno il suo contributo fu trascurabile: 4 presenze, neanche un gol, nell'anno in cui Shevchenko ne fece 24, e Tomasson 12.

A inizio carriera, del resto, aveva più cambi di maglia che gol: giovanili del Milan, Primavera del Treviso, Triestina in C2, di nuovo Treviso poi il Milan per l'esordio, Empoli, Milan (e sono tre), Reggina, Sampdoria, terzo passaggio al Treviso e quarto al Milan, poi, finalmente, a 25 anni, il Genoa, 35 partite e 19 gol. Due in più di Ibrahimovic, Mutu e Di Natale, 5 più di Totti, solo Del Piero e Trezeguet fecero meglio.

Le splendide donne erano arrivate già prima: fu lui a far conoscere una giovanissima Belen Rodriguez, tanto che quando Sfide gli dedicò un servizio celebrativo lo intitolò: "Il Tronista del gol".

Belen Rodriguez, del resto, sapeva già allora farsi notare, e quando l'allora fidanzato venne convocato per gli Europei del 2008, promise uno spogliarello in caso di gol.Non accadde, ma va detto che quelli interessati alle sue nudità riuscirono ugualmente a trovare materiale interessante. Belen del resto era già entrata nella carriera di Borriello giustificando con una sua pomata vaginale al cortisone la positività del fidanzato a un controllo antidoping il 21 dicembre 2006, ai tempi del Milan: non le credettero, il centravanti si prese tre mesi di squalifica.

Nel 2010, sempre ai tempi del Milan, Borriello fu travolto da una valanga di critiche per una frase infelice sullo scrittore Roberto Saviano, accusando uno che vive sotto scorta di aver lucrato sulla Camorra. Un brutto scivolone, per uno nato a San Giovanni a Teduccio, nei sobborghi di Napoli, perdendo il padre a 12 anni, ucciso da un uomo legato al clan dei Casalesi. La rettifica arrivò poche ore dopo, il mese scorso ha raccontato la sua verità su Gomorra e quell'omicidio di vent'anni fa in una bella intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport.

Ma il periodo dello scivolone con lo scrittore fu anche il suo migliore da giocatore del Milan: la stagione 2008-09 un solo gol in 7 partite, nel 2009-10 per la prima volta i tifosi rossoneri lo vedono segnare come un bomber vero, una rete ogni due partite, 14 su 29. Poi arriva Ibrahimovic, e lui, il 31 agosto 2010, tra prima e seconda di campionato, passa alla Roma.

Con una formula molto creativa, sfruttando il cambio di proprietà: prestito gratuito a Rosella Sensi, con obbligo di riscatto a 10 milioni, da far pagare allo zio d'America.Ingaggio: 4 milioni di euro l'anno, il motivo per cui da un paio d'anni la Roma non vede l'ora di cederlo, a costo di contribuire agli emolumenti. Il primo anno peraltro, era stato molto positivo: 11 gol in campionato, non i 25.000 che pensa lui, ma comunque un discreto bottino, in un anno in cui la Roma di Ranieri affonda, e quella di Ranieri non decolla, e non è certo facile emergere.

L'anno dopo sei presenze senza gol fino a gennaio, poi la parentesi alla Juventus di Antonio Conte, il mancato riscatto e il secondo prestito al Genoa. Anche questa volta in maglia rossoblù il bomber napoletano si ritrova: 28 partite e 12 gol, terza migliore annata della carriera. Ma la Roma lo rimette subito sul mercato: prova a scambiarlo proprio col Genoa facendosi dare il coetaneo Alberto Gilardino, di ritorno dal prestito al Bologna.

Poi prova a dar vita a uno scambio a tre con la Juventus, proprio l'ultimo giorno di mercato, per avere Quagliarella: niente di fatto, il giocatore resta a Roma.  Dove viene toccato da un'altra polemica: in estate sceglie come numero di maglia l'88, utilizzato dai neonazisti come sigla di "Heil Hitler". Si difende dicendo che quel numero era dedicato a una ragazza per lui molto importante: pare si trattasse della splendida Madalina Ghenea ,  in passato paparazzata con lui, nata l'8-8-88. Polemica da cui esce pulitissimo: anche la comunità ebraica di Roma interviene in sua difesa.

A Roma anche i compagni lo difendono e gli vogliono bene: si chiude il mercato estivo, lui resta giallorosso e loro lo festeggiano con una torta con scritto "Marco uno di noi". Li ripaga segnando il gol dell'1-0 con il Chievo, quello che vale la decima vittoria nelle prime dieci partite della squadra di Rudi Garcia.

E' il suo unico gol del girone di andata: poco per uno che guadagna 4 milioni a stagione, specialmente con un Mattia Destro che torna a disposizione dopo l'infortunio con tre centri nelle prime tre partite.  Tanto per cambiare, nel gennaio del 2014 Marco Borriello è di nuovo in vendita. Lo voleva il West Ham, piace alla Sampdoria, ora sta cominciando a pensarci l'Inter, l'unica grande per cui non ha ancora giocato. E' l'uomo dell'ultimo giorno di mercato: il tronista del gol è diventato quello che risolve i problemi.