Diciannove secondi bastano per tradire: un’idea, un partner, un progetto. Un risultato. Diciannove secondi sono il tempo dell’amarezza della Roma: senza quelli De Sanctis non sarebbe neppure stato costretto a fare retromarcia, pensa un po’. Un attimo o un’eternità, abbastanza per sognare o per distruggere. Sogna Usain Bolt, che 19 secondi (e 19 centesimi) li impiega per il record dei 200 metri. Non veloce quanto un cavallo, che secondo uno studio inglese in 19” riuscirebbe a fare un giro di pista completo. «Ma un giorno ce ne metterò 18», promette Bolt.
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Da Berezutski alle addizioni record. Quanto possono valere 19 secondi
Il goal della CSKA a diciannove secondi dalla fine può compromettere il passaggio del turno.
Magari imitato da Giaccherini, che contro Haiti segnò il gol più rapido della storia azzurra: 19 secondi, anche qui. Lui è che è nato Talla, mica a Caserta: lì i vigili 19” (di media) li impiegano per fare una multa. Strasburgo basket, un mese fa, vinse con tre triple una partita che la vedeva sotto di 5, a 19” dalla fine. Un’impresa. E una tragedia, come quel palazzo venuto giù in 19”, novembre 1999, a Foggia: 67 morti. E poi c’è Alberto Coto Garcia. Chi è? Un matematico prodigio spagnolo, che vanta il record di addizioni: 100, in 19 secondi. Veloce, il ragazzo. Perché a chiunque servirrebbe più tempo. Anche solo per sommare tutti gli errori che hanno portato al gol di Berezutski.
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