Inter, Inter e ancora Inter. Anche quando Appiano si spopola per qualche giorno libero concesso da Inzaghi o se la truppa ritorna al lavoro, come ieri pomeriggio. Anche quando c'è da sostenere i compagni dalla tribuna, come accaduto tra Udinese, Stella Rossa e Torino, e quando verrà il momento di governare di nuovo il cuore del centrocampo, come potrà finalmente succedere alla ripresa contro la Roma. Perché, scrive Marco Fallisi su La Gazzetta dello Sport, per Nicolò Barella non fa differenza, lui e l'Inter sono una cosa sola. E continueranno a esserlo, semmai qualcuno si fosse messo strane idee in testa: Nicolò è pronto a riprendersi l'Inter, a guidarla lungo gli snodi del duello a distanza col Napoli che culminerà nello scontro diretto del 10 novembre a San Siro, e a suonare la carica anche in Champions. Lì dove si ritrovano anche le altre big d'Europa che stravedono per lui: ecco, quelle attenzioni sono destinate a rimanere tali, perché Barella non vede altro che nerazzurro.
La Gazzetta dello Sport
Barella, tutto per l’Inter: Nicolò vede già la Roma e il futuro è solo nerazzurro
Lo dice il suo contratto, firmato lo scorso giugno, Barella si saldato all'Inter fino al 2029, quando avrà 32 anni e una carriera in larghissima parte dipinta a strisce nere e azzurre. Se non è un legame a vita poco ci manca. Di sicuro è una scelta di vita, questo sì: oltre a scadenze e cifre - a proposito, i 6,5 milioni netti a stagione garantiti dal club nerazzurro con l'ultimo rinnovo fatto hanno fatto di lui l'italiano più pagato in Serie A, c'è la sostanza: Barella si sente a casa, dell'interismo è un testimonial dentro e fuori dal campo e per questo i suoi orizzonti non ammettono altre opzioni. Compresa quella luccicante del Manchester City: Nicolò ha già chiuso la porta una volta, due estati fa, quando era arrivata una richiesta ufficiale di informazioni, e sarebbe pronto a rifarlo, nel caso in cui gli inglesi bussassero nuovamente alla porta.
Il presente non ammette distrazioni: tornare ad alzare i giri del motore nerazzurro è la priorità. Anche perché la sua sesta stagione da interista fin qui è stata anomala, e non certo per le prestazioni: Nicolò è stato sempre in prima fila a tirare il gruppo, anche quando le altre stelle della squadra arrancavano. E se l'intervento al naso che gli ha fatto saltare gli impegni azzurri in Nations a settembre era una parentesi programmata, il guaio muscolare alla coscia che lo ha fermato dopo il derby è stato l'imprevisto al quale né lui né l'Inter erano abituati: Nicolò non saltava una partita di A per infortunio da oltre 4 anni, l'ultima volta risaliva al luglio del 2020.
In campo Lautaro e compagni si sono rialzati e hanno centrato tre vittorie su tre nell'ultimo miniciclo prima della sosta, Frattesi ha dimostrato di meritare una cattedra da supplente ma Inzaghi sa bene che con Barella di nuovo nel motore l'Inter può mettere il turbo e preparare il sorpasso sul Napoli. Il turbo lo ha messo Nicolò. Che lavora duro da giorni e, ora che i fastidi alla coscia sono alle spalle, spinge per arrivare all'appuntamento con la Roma tirato a lucido: è stato lui a decidere di allenarsi anche durante i giorni di riposo post Torino, adesso conta le ore per il rientro in gruppo, previsto per la prossima settimana.
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