Pensare che avrebbero potuto anche giocare insieme se alla fine Nicolò non avesse preferito l’Inter alla Roma, come riporta La Gazzetta dello Sport. Questione di cuore, prima di tutto. Perché Barella è da sempre tifoso dell’Inter e oggi è qualcosina in più nel mondo nerazzurro. Lui e Pellegrini sono gli imprescindibili per Inzaghi e Mou, così come per Roberto Mancini e la Nazionale che verrà. Resta una sottilissima differenza: Lorenzo è il capitano della Roma, Nicolò sarà presto quello dell’Inter. Pellegrini, di fatto, è l’uomo a cui Mourinho non rinuncerebbe mai. Quando c’è Lollo, come lo chiamano affettuosamente un po’ tutti a Trigoria, la Roma ha un altro potenziale offensivo. Perché il calcio di Pellegrini è fantasia, assist, giocate improvvise. È istintivo e così vive anche il suo ruolo di trequartista libero di svariare, un po’ mezzala un po’ seconda punta. A lui Mou lascia libertà d’azione, più che a qualsiasi altro giocatore. Lorenzo deve seguire il suo istinto, preoccupandosi prima di tutto di non far mai sentire solo Abraham. E non è un caso che in questa stagione Pelle abbia stabilito il suo record di gol stagionali (12), la fiducia di Mou gli ha regalato certezze ed autostima che in passato non aveva avuto mai così alte. Sulle sue zolle graviterà Barella, amico e compagno in azzurro sin dai tempi delle nazionali giovanili. Nicolò – dopo mesi in apnea – è tornato a macinare chilometri e a smistare un numero inimmaginabile di palloni, sempre con qualità e alla ricerca della profondità. Che è un po’ la novità stagionale di Barella: con Inzaghi il talento sardo si è avvicinato di più alla porta e ha messo in mostra un lato rimasto nascosto per lungo tempo, ossia la capacità di mettere i panni dell’uomo assist.
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Barella e Pellegrini, presente e futuro delle due società
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