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Baldanzi: ”Roma, studio da 10. Segno e invento. Da trequartista mi diverto di più”

Baldanzi: ”Roma, studio da 10. Segno e invento. Da trequartista mi diverto di più” - immagine 1
Il giovane talento lanciato dalla tripletta con l'Under 21: ''Ricci, Tonali e Frattesi: abbiamo tanti giocatori forti''
Redazione

Tommaso esce dallo spogliatoio della Viking Arena con il pallone in mano, firmato da tutti i compagni, e ha l'espressione di un bambino felice con il suo giocattolo preferito. Secondo quanto scrive Alex Frosio su La Gazzetta dello Sport, il trofeo che sfoggia per la tripletta alla Norvegia però se l'è guadagnato giocando da grande. La sostenibile leggerezza del talento. L'azzurro gli dona, anche perché gioca nel ruolo che più si adatta a lui: trequartista tra le linee, libero di indietreggiare per "legare" e poi di determinare negli ultimi trenta metri. Il primo gol a Stavanger è un compendio delle sue qualità: Baldanzi inizia l'azione a centro-campo, poi va a ricevere al limite dell'area, salta un difensore e appoggia con apparente semplicità in rete sull'uscita del portiere. Gli altri due, invece, sono stati un concentrato di potenza (sinistro sotto l'incrocio, alla faccia di chi dice che non ha forza nelle gambe) e tecnica (mancino all'incrocio dei pali: sì, alla Dybala). E il pensiero può già andare al 2026, al Mondiale con i grandi. Che passa anche dal suo impiego con la Roma, magari a cominciare da domenica a Genova.

Baldanzi, cosa le hanno fatto di male i norvegesi? Gol e assist all'andata, tripletta al ritorno.

«Eh, mi hanno portato fortuna... Sono contento, ci meritavamo questa vittoria e ora puntiamo decisi alla qualificazione. Festeggiamo questo successo, poi penseremo ai prossimi impegni».

Ma non è solo fortuna...

«No, non è fortuna, abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto dei buoni allenamenti in questi giorni».

Aveva mai segnato una tripletta?

«Soltanto una volta, con la Primavera dell'Empoli, contro la Spal nel 2021, nella stagione dopo aver vinto il campionato».

Anche lei come Pio Esposito, che contro la Spal ne fece 4 e si è ripetuto con San Marino... Glielo ha detto che i suoi contano di più rispetto al suo poker?

«Non lo sapevo, ma non gli dico niente...».

Se la ricorda l'ultima volta che aveva segnato?

«Come potrei dimenticarmelo: contro la Juventus, la mia ultima partita con l'Empoli. Era fine gennaio e in effetti è passato un po' di tempo. Sono felice di essere tornato al gol».

Con la Norvegia all'andata si era fatto male alla caviglia, tornando in azzurro solo adesso. Quell'infortunio l'ha condizionata nella stagione scorsa?

«Ho avuto qualche problema nelle partite successive, poi no, nella seconda parte della stagione sono sempre stato bene».

Adesso però sta benissimo.

«Sì, mi sento bene, sono riuscito a fare la preparazione al completo, sono soddisfatto».

All'Under 21 mancava una vittoria così.

«Mancava per staccarci dalle squadre sotto, ci serviva anche per stare un po' più tranquilli. Ora c'è solo una partita per qualificarci aritmeticamente, quindi dobbiamo vincere anche contro l'Irlanda. Ci teniamo. Basterebbe pareggiarla, ma vogliamo vincerla lo stesso».

Lei ha la 11, Gnonto la 10: dica la verità, ve la giocate quella maglia...

«No no, lui è 10 e io l'11. Per adesso. In campo però tutti e due giochiamo da dieci. Ci alleniamo sempre forte, vogliamo arrivare lontano».

A Empoli prima di lei è cresciuto Ricci.

«Sta facendo molto bene, sono felice per lui».

Lui ha due anni più di lei ma è già in Nazionale A. E lei?

«Non dipende da me».

Però tra due anni c'è il Mondiale.

«È un obiettivo per ogni ragazzo italiano. C'è tempo, continuerò a lavorare al massimo e vedremo cosa ne verrà fuori».

Cosa pensa quando sente dire che in Italia non ci sono talenti?

«Che non è vero. Ci sono tanti giocatori forti: Ricci, Tonali, Frattesi».

Nessuno è un trequartista come lei.

«Magari è un ruolo un po' difficile, non tutte le squadre lo usano. Io ho sempre fatto quello e sono felice di ricoprire quel ruol0».

Beh, lo fa bene.

«A volte...».