rassegna stampa

B.Conti: “Gervinho e Iturbe sono la coppia di ali più forte in Italia”

Marazico non si dice sorpreso dal fatto che, dopo anni di torpore, il calcio italiano ha riscoperto l’importanza delle ali.

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Lui, in campo, di solitudine non ci ha mai sofferto. Forse perché all’ala destra ci giocava in situazione di emergenza o forse perché nel suo di calcio le ali erano ancora autentiche pepite d’oro, preziose come l’aria perché capaci di vincere quasi da sole. E ora che le rigidità sacchiane appartengono al paleolitico, Bruno Conti ha anche la possibilità di gustarsi dal vivo due come Gervinho ed Iturbe, che il ruolo dell’ala lo sanno fare bene eccome. Magari non così bene come lo faceva lui, ma è anche vero che di «Marazico» ne nasce uno per era. E quella del nuovo Bruno Conti, forse, deve ancora arrivare... Dopo anni di torpore, il calcio italiano ha riscoperto l’importanza delle ali. Sorpreso?

«No, perché questo è sempre stato un ruolo fondamentale, anche quando il 4-4-2 sembrava dominare il calcio. Ora si vedono molti giocatori che fanno quello che una volta facevamo io, Sala, Causio o Donadoni».

Tra questi ci sono anche due che vedrà spesso da vicino come Gervinho ed Iturbe.

«Gervinho è come Cuadrado, due che sanno fare bene anche il tornante: li vedi attaccare, ma sanno sacrificarsi bene in fase difensiva. Rientrano spesso, ripiegano, aiutano la squadra, per poi magari recuperare palla e ripartire ».

Le sue sterzate lo scorso anno hanno fatto storia.

«Gervais sterza quando sa che non può metterla dentro. L’ala è anche questo, rientrare all’improvviso e provare ad andare al tiro o all’uno contro uno».

Con Iturbe compone forse la coppia di ali più forte del campionato italiano. «Penso proprio di sì, soprattutto se l’argentino confermerà quello che ha già fatto vedere a Verona. Manuel mi piace, è un grande giocatore, lui e Gervinho a campo aperto possono essere due frecce. Con uno come Totti, poi, che ti manda in porta anche di spalle, tutto è più semplice».

Con la Roma ci sono altre 8 squadre di A che giocheranno con il 4-3-3. È un segnale? «Si cerca di sfruttare i giocatori che si hanno a disposizione. Ma torniamo al discorso di prima: con il 4-3-3, se le ali non aiutano in fase difensiva si resta troppo sbilanciati. Oggi, però, ci sono giocatori che hanno una facilità di corsa incredibile. E questo nel ruolo aiuta».

Lei, tra l’altro, ne ha cresciuto un altro, un certo Alessio Cerci...

«È uno a cui piace far gol, quando ti punta sono dolori. Ma anche lui ha imparato ad aiutare in fase difensiva». Robben e Ribery sono i migliori interpreti al mondo? «Una coppia pazzesca quella del Bayern, mi fanno impazzire. Tecnica e sacrificio, sono i migliori».

Per chiudere, chi può essere il nuovo Bruno Conti? «Spero proprio Iturbe, con lui Sabatini ha fatto un gran colpo. E poi ha preso la maglia numero 7, mi fa piacere». Già, proprio il 7 di Bruno Conti...