Fumata bianca in Federcalcio fra la lega di A quella di B sulla riforma dei campionati. La mediazione trovata è semplice: dalla serie maggiore scenderanno due squadre e ne saliranno due. Una soluzione a metà strada fra le posizioni di partenza, la A che voleva una sola promossa e due «spareggianti» con terz’ultima e penultima del campionato superiore, e la B che spingeva per 2 promozioni diretta e una via playoff. Era il punto chiave, quello su cui si era inceppata la trattativa. E che invece si è sbloccato con i buoni auspici di Tavecchio, personalmente in campo nella prima parte della riunione. Anche se le trappole non mancano nel percorso verso il traguardo.
rassegna stampa
A e B, c’è l’intesa. Due retrocessioni e due promozioni
Il «due scendono due salgono» deve combinarsi con la riduzione generalizzate delle squadre in tutte le serie
PIU’ SOLDI ALLA B - Naturalmente l’accordo è condito da una voce economica. Il grafico dell’offerta della A alla B è sembrato un giro sulle montagne russe nelle ultime settimane. Ci si è attestati su una cifra di 85-90 milioni di euro (l’accordo dura tre anni, il contributo salirà stagione dopo stagione; in più il solito «paracadute» per le retrocesse), sotto la «proposta indecente» dei 100 milioni (quella legata a una sola retrocessione), ma decisamente più su dei numeri attuali (poco meno di 70 più «paracadute»).
NON SOLO NUMERI - Ma per Andrea Abodi, il discorso è più ampio: «Abbiamo ragionato insieme su tutto: progetto sportivo, format dei campionati, risorse, requisiti per le iscrizione». Ufficialmente non ci si spinge fino al punto di dichiarare tutto risolto, ma è significativo il siparietto di fine riunione. Passa il direttore generale Marco Brunelli. Chiediamo: «un passo avanti?». «Diciamo di sì», risponde il dirigente che con Beretta e Lotito ha rappresentato la Lega di A nella riunione. «Possiamo togliere il diciamo», suggerisce Abodi. E a quel punto, pure Brunelli è d’accordo.
LE ALTRE LEGHE - Ovviamente non bisogna troppo premere sull’acceleratore. Le Leghe dovranno dire sì al loro interno (ma qui è difficile che ci siano sorprese, fra l’altro Abodi era accompagnato da l presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, e dal vice del Crotone, Salvatore Gualtieri). Poi si tratterà di allargare l’intesa alle altre leghe, Pro e Dilettanti, e soprattutto ai calciatori. Il tutto deve avvenire entro il 30 giugno per poter avviare il percorso già dal 2015-2016.
GRADUALE MA COME? - Ma qui le cose si complicano. Il «due scendono due salgono» deve combinarsi con la riduzione generalizzate delle squadre in tutte le serie. In particolare, la A deve mantenere due porte aperte per le promosse dalla B e perdere due pedine dell’organico, vuol dire che in una stagione (escluso che si possa passare da 20 a 19 e poi da 19 a 18), ci dovranno essere quattro retrocessioni. Ancora più complesso il discorso in B, dove la quota prevista a fine riforma sarebbe 18, quindi con quattro squadre in meno rispetto all’attuale organico. Con meccanismi ancora da studiare. Come quelli fra B e Lega Pro, anche se qui un accordo quadro già c’è. Senza dimenticare quello fra Lega Pro e Dilettanti.
E I CALCIATORI? - l’Aic sottolinea le sue priorità: progetto tecnico, fondo di garanzia e solidità economica delle società. Ma la sensazione è che le condizioni per integrare l’accordo ci siano. E che il viaggio di Tavecchio al Coni, «se non si trova un’intesa chiedo un commissario ad acta per le riforme», non ci sarà.
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