rassegna stampa

Atalanta-Roma errori e show. Dzeko si sblocca ma la banda Gasp rimonta tre reti

LaPresse

Primo tempo giallorosso con doppietta di Dzeko e gol di El Shaarawy, ma nella ripresa c'è solo l'Atalanta in campo

Redazione

Benvenuti al luna park, il biglietto è gentilmente offerto da Atalanta e Roma: 3-3 all’andata, con rimonta giallorossa dall’1-3; 3-3 ieri, con ribaltone nerazzurro dallo 0-3.

Di Francesco, aveva intravisto il decollo della quarta vittoria consecutiva ma poi ha visto la solita planata da squadra incompiuta, scrive Andrea Elefante su La Gazzetta dello Sport.

L’illusione Roma, che ancora non riesce a trovare lumi sulla sua reale dimensione e sui perché dei suoi cali mentali e di gestione, si è chiamata Dzeko: il centravanti che non ti aspetti, anzi che Di Francesco stava aspettando. Due gol in mezz’ora per il bosniaco, gli stessi segnati in 5 mesi di campionato prima di ieri. Un centravanti esecutore in astinenza da rifornimenti, un centravanti-squadra finalmente ripagato di tanto lavoro anche sporco per i compagni. Il tris poi lo firma El Shaarawy, ed i tifosi giallorossi sognano la vittoria.

Ma a fine primo tempo Castagne ha come riavviato la memoria del chip dell’Atalanta. In quel gol, fosco presagio della declinante solidità della Roma, c’era la sintesi di quanto si sarebbe visto nella ripresa. La luce ancora accesa dell’argentino che fin lì aveva predicato in un deserto di lucidità, certo. Ma finalmente segnali di vita concreta pure di Ilicic, che per due volte aveva rifiutato il piatto offerto dal Papu, preferendo divorare il possibile 1-1 e il 2-3. Di cui si sarebbe occupato Toloi, stampando il marchio di un’Atalanta che aveva ritrovato la testa in ogni senso (10 gol già segnati così, è record). E poi la versione reale di Zapata: non nel rigore sbagliato, deciso per fallo di Kolarov su Ilicic che Calvarese si era perso (e c’è chi dice ancora che la Var non serve), ma nel 3-3 segnato appena 44 secondi dopo.

Gambe fresche, aggressività, anche pazienza, mai più le ripartenze regalate nel primo tempo: la vera Atalanta. E forse la vera Roma: duelli vinti tendenti allo zero, altri due gol presi (più il rigore sbagliato da Zapata) in 12’, dopo quella già rischiata con il Torino un’altra rimonta subìta, come già con Chievo e Cagliari. Su tutti, un dato da non pervenuta: zero tiri in porta nella ripresa. Non le succedeva da più di sette anni: a Di Francesco il solito compito di capire se è successo per caso (difficile) o perché è successo.