Nella sfida di ieri contro la Chapecoense, l’attesa era tutta per Patrik Schick, ma Di Francesco per un po’ l’ha messo da parte. Il momento del suo ingresso in campo è arrivato a partita in corsa, esattamente al 22’ della ripresa, con la Roma avanti già per 4-1. Nel frattempo, però, l’amichevole aveva già messo in mostra alcune novità. Come il ritorno in campo di un buonissimo Florenzi e l’abbattimento dei tanti luoghi comuni su Eusebio Di Francesco. Il tecnico giallorosso ha provato la difesa a tre, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". O, meglio, la difesa a tre e mezzo, quella tanto cara a Spalletti, con Florenzi come ago della bilancia a spingere in fascia altissimo in fase di possesso e pronto a ricomporre la linea a quattro in quella difensiva. In attesa di rivedere Schick, il nuovo acquisto della Roma è proprio lui, Alessandro Florenzi.
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Aspettando Schick, la Roma riacquista il miglior Florenzi
Con il rientro dell’esterno Di Francesco prova il 3-4-3, poi schiera il ceco da centravanti nel finale
Si è partito tra la commozione generale per i ragazzi della Chapecoense. In campo ritmi non alti. Ed è stato proprio il rientro di Florenzi a permettere a Di Francesco di poter cambiare pelle. E' stato proprio lui ad aprire le danze su un rigore che si era procurato (dribbling e tiro secco, con fallo di mano di Grolli), a cui hanno fatto seguito il gol di Perotti (bella palla di Gerson, che ieri qualche lampo l’ha regalato) e la doppietta di Antonucci (rigore e tap-in su assolo di Perotti).
Poi, a metà ripresa, è arrivato anche il momento tanto atteso, l’esordio di Schick in giallorosso. Patrik – "È indietro con la preparazione", ha spiegato a fine amichevole il tecnico Di Francesco – si è andato a sistemare al centro dell’attacco, al posto del baby Antonucci. Da centravanti. Con un misto di emozioni opposte: da una parte l’ovazione che lo ha accolto al suo ingresso, dall’altro il brivido al primo pallone toccato, con il ceco a terra per l’intervento di Grolli. Poi, nella girandola dei cambi, pochi palloni giocabili e poco calcio, figuriamoci per un centravanti. Ma Schick il modo di mettersi in mostra lo ha trovato lo stesso, al 36’, con un bel preziosismo in area (palleggio e rovesciata alta). Il resto sono stati solo applausi ed emozioni.
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