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La Gazzetta dello Sport

Arte, tifo e cortesia: lo Special One nel cuore di Roma

Getty Images

I vicini, la casa, il ristorante: i Parioli lo hanno adottato. Lui promette la vittoria

Redazione

L’ immensità di Roma, in fondo, si vede anche nelle piccole cose, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Basta un tortuoso budello di strada in salita, lungo un paio di centinaia di metri, per dividere quasi un’idea di città. Siamo nel quartiere Parioli, ma la via dove s’innalza la palazzina dove abita José Mourinho pare iniziare e finire in modo opposto. In basso, lungo il viale rombante, c’è un giardinetto malinconico, in cui un clochard prova a dormire. Poi si comincia a salire, vedendo un spazzatura ammucchiata, che non copre una scritta sul muro che urla contro il lockdown e la polizia. Una manciata di passi e il panorama cambia. Appare un elegante circolo ricreativo, che ha vicino la pubblicità di una mostra di Raffaello. La casa dove lo Special One prepara il suo primo derby romano – a cominciare da una comunicazione “di pancia” – già si erge come due torri come zanne di belva. Siamo arrivati. Un bodyguard in completo nero, con barbetta e codino d’ordinanza, presidia il portone con aria tetra. Telecamere scrutano lo spazio antistante, quello che sbuca nel piccolo piazzale che segna la fine della via. E il mondo sembra diverso. C’è un silenzio irreale per essere pomeriggio. In giro si notano quasi solo persone che portano a spasso i cani. Studiamo il quartiere, santificato da nomi di pittori. La via ortogonale che continua a salire è quasi priva di negozi.  Nei pressi, incontriamo il primo “tabacchi” vicino a casa del portoghese. È gestito da Andrea Gavini, tifoso della Roma, che dice: "Per ora non l’ho mai incontrato, ma ci spero. Questo quartiere, però, è a maggioranza laziale". Tornando sui nostri passi, però, puntiamo verso l’alto, dove finalmente incontriamo un bar che vende anche giornali, lo gestisce Massimo Carpineti, 65 anni, romanista anche lui, con un passato da buon calciatore di Serie C e una valigia di speranze affidata al nipote, già nell’orbita giallorossa. "Mourinho è gentile, lo dicono tutti – racconta –. Quando non va a Trigoria passeggia tanto per il quartiere. A volte va a mangiare da solo in un ristorante qui vicino ed è sempre disponibile coi tifosi. Non creda, qui ce ne sono". Torniamo a casa Mou. Siamo fortunati, c’è un condomino gentile che aveva sbirciato l’interno durante i pochi lavori di ristrutturazione voluti dal portoghese. "Non pensavamo che venisse proprio da noi", dice, chiedendo l’anonimato per raccontare. L’appartamento è bellissimo, come la terrazza che si affaccia su Roma. Le pareti sono su tonalità bianche e avorio, impreziosite – nello stretto corridoio d’ingresso – da enormi quadri di arte contemporanea. Anche l’arredamento, in stile moderno, mette in mostra poltrone e divani di tonalità chiara, mentre tavoli e sedie sono grigi. Il buio è riservato alla sala cinema, con poltrone rosse, dove lo Special One può anche studiare il derby. Ce n’è motivo, visto la squalifica di Pellegrini. Oggi sarà il giorno delle ultime riflessioni da fare a Trigoria, visto che Mourinho ha ordinato il ritiro. Il palazzetto dei Parioli per una notte sarà lontano, ma Mourinho è già nel cuore di Roma.