rassegna stampa

Ansia Roma c’è De Rossi tra febbre e mercato

(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) Se chiudessimo gli occhi e ci dimenticassimo di stare parlando dei privilegiatissimi sacerdoti del Dio Pallone,

Redazione

(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini)Se chiudessimo gli occhi e ci dimenticassimo di stare parlando dei privilegiatissimi sacerdoti del Dio Pallone, questa potrebbe sembrare una storia di lavoro all'italiana. Così italiana da vantare riferimenti illustri nelle posizioni di Sergio Marchionne, a.d. della Fiat, ed Elsa Fornero, ministro del Lavoro. A pensarci bene, infatti, è una storia di epurati ed esodati, di gente collocata momentaneamente in cassa integrazione e poi reintegrata (la panchina) oppure in qualche modo accompagnata all'uscita (la cessione). A quattro giorni dal derby, due amici per la pelle come Pablo Daniel Osvaldo e Daniele De Rossi, senza scomodare i sindacati, lottano per il proprio futuro. Da posizione interne, però, assai differenti.

Purghe e dintorni L'italo-argentino ha scoperto la stracittadina attraverso una gioia e due dispiaceri. Nel derby d'andata di un anno fa Osvaldo segnò il gol del vantaggio giallorosso e pensò bene di scoprire una maglietta celebrativa che — imitando e parafrasando quella sfoggiata da capitan Totti nel 1999 — recitava spavaldamente: «Vi ho purgato anche io». Vero, ma alla fine il mal di pancia restò alla Roma, visto che la Lazio si aggiudicò il derby in rimonta (2-1) e a fine partita l'attaccante fu anche bacchettato dal d.g. Baldini per quella t-shirt poco elegante. Saltato il ritorno per squalifica, stavolta Osvaldo ha voglia di rivalsa, soprattutto adesso che — ricucito il rapporto con Zeman dopo la panchina rimediata contro l'Atalanta «per scarso impegno in allenamento» — il centravanti ha vinto la concorrenza con Destro e, tra Roma e Nazionale, in questa stagione ha già segnato 9 reti (6 più 3). In attesa che Prandelli proprio domenica lo confermi in azzurro, inutile dire che il decimo sigillo farebbe lievitare il suo ruolo da protagonista ovunque.

Febbre inglese Un ruolo che De Rossi con Zeman ha perso, tant'è che la società due giorni fa lo ha virtualmente messo sul mercato. Il prezzo? Si parla di 25 milioni, che sia il Real di Mourinho sia il Psg di Ibra (così a Sky dopo il match con la Dinamo Zagabria: «De Rossi? Spero arrivi, ci darebbe ancora più qualità») e Ancelotti potrebbero spendere. C'è da segnalare però come Sergio Berti, manager del centrocampista, sia stato avvistato in Inghilterra, sponda Manchester, facendo tornare in auge sia l'interessamento del City (riportato anche dai giornali d'Oltremanica) che quello del Chelsea. Ma che non sia un momento felice per De Rossi lo si capisce anche dall'attualità strettamente romana. Ieri infatti il giocatore ha interrotto l'allenamento per un via di un virus gastroenterico che lo ha colpito. Insomma, dopo l'acciacco alla caviglia, anche questo malessere sembra mettere l'azzurro a rischio di perdere un derby che per lui potrebbe significare tanto. Certo, è prematuro dire che per lui possa essere l'ultimo (il mercato di gennaio è storicamente più complicato rispetto a quello estivo), ma le implicazioni psicologiche che una partita del genere possono rivestire in De Rossi sono infinite. Da epurato a esodato, per lui, il passo è stato breve. E chissà se l'amico Osvaldo saprebbe insegnargli la strada per la resurrezione.