Tra i tanti luoghi comuni sul calcio femminile ce n’è uno secondo cui le giocatrici perderebbero la loro femminilità. Niente di più falso, nel caso di Andressa Alves. Brasiliana, ex Barcellona, da quest’anno attaccante della Roma, ha al polso un bracciale e ai lobi orecchini che brillano. Ma mai come i suoi occhi quando, in un intervista rilasciata a Chiara Zucchelli de La Gazzetta dello Sport, parla di Roma, di Falcao, del razzismo: "Non penso ci sia solo in Italia, si tratta di persone che hanno poco cervello. La Fifa dovrebbe intervenire insieme ai club per dire basta. Il calcio è allegria, non c’entra nulla col razzismo".
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Andressa: “La Juve è forte? Noi non scherziamo, vedrete”
La neo arrivata attaccante brasiliana: "Le disuguaglianze con gli uomini si battono lavorando tutti insieme"
In caso di cori o insulti lascerebbe il campo?
Sì certo. Ma lo farei anche se non riguardassero me, ma una mia compagna.
Lei è brasiliana, ma viene dalla Spagna, dove le calciatrici scioperano per l’uguaglianza e anche per il salario minimo garantito.
Per cambiare le cose si deve lavorare insieme: Italia, Spagna, Brasile, qualsiasi parte del mondo. Solo insieme si può.
Le differenze tra il campionato spagnolo e la Serie A?
Non credo tantissime. Ci sono tre o quattro squadre molto competitive, come Barça o Atletico, e altrettante qui. È un campionato interessante.
La Juventus, che affronterete domenica al Tre Fontane, è la favorita?
Per il campionato sì, sono forse la squadra da battere. Ma anche la Roma è forte, ve lo assicuro.
Come ci arrivate?
È una partita che si prepara da sé, un “classico” e abbiamo avuto una settimana per prepararci dopo l’ultima sconfitta.
Cosa non è andato contro la Florentia?
Non abbiamo fatto i gol che dovevamo fare, segnare è importante. Non è stata una buona giornata per la Roma, credo che avremmo potuto fare di più; questi tre punti persi potrebbero pesare molto alla fine del campionato.
Cosa ruberebbe alla Juve?
Niente. Loro sono loro, noi siamo noi. Siamo una squadra che vuole vincere e domenica farà di tutto per dimostrarlo.
Come si trova a Roma? Sa che questa è sempre stata una città speciale per i suoi connazionali calciatori?
Certo che lo so. Conosco Falcao, un idolo, e poi Cafù, Julio Baptista, Marquinhos e in tempi più recenti Alisson. C’è sempre stato un legame confidenziale e infatti io qui mi trovo molto bene.
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