Era il 26 maggio scorso. Impossibile dimenticare: cinquantamila cuori giallorossi ad osannarlo, e lui in panchina al passo d’addio, commosso fino alle lacrime, quando a fine primo tempo ha rivolto lo sguardo verso la curva sud, dove uno striscione tutto per lui recitava così: "Mr. Ranieri, nel momento del bisogno hai risposto presente e adesso ricevi l’applauso della tua gente". Questa è la storia di un grande amore e di un uomo che mai dimenticherà quel magico 26 maggio, amarsi e dirsi addio, scrive Filippo Grimaldi su "La Gazzetta dello Sport". Adesso sta qui, alla vigilia del debutto sulla panchina della Samp degno della trama di un film, seduto nella palazzina di Bogliasco e ammette: "Continuo ad allenare proprio per vivere emozioni come queste. La Roma è il mio karma".
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Già s’intuisce che qui nulla sarà come prima. Perché Ranieri infonde ottimismo, e il suo arrivo è stato una medicina. "Ora ci vuole anche quel soffio di vento positivo che faccia cambiare la situazione", osserva lui, facendo capire che ora è il momento di scacciare i cattivi pensieri. Samp padrona del suo destino, e questo è un concetto nuovo in una stagione un po’ pazza che oggi deve ripartire. "Perché ai miei ho detto che non mi interessa l’errore, tutti possiamo sbagliare, ma dopo voglio vedere la reazione".
Per ora si è insediato in albergo, lui e lo staff, lunedì sera è andato a cena con il presidente e la dirigenza, martedì con lo staff, quindi ha avuto due riunioni collettive con Quagliarella e compagni (l’ultima ieri mattina), in attesa di trovare casa. Ci crede, sir Claudio. «Ci sono le premesse per fare una bella partita».
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