Sabato sarà la sua partita, ammesso che Luciano Spalletti voglia concedergli la possibilità di giocare dal primo minuto. Mario Rui non ha paura. Almeno non di questo. Ecco, se fosse di fronte a un tatuaggio, la storia cambierebbe. Tempo fa andò insieme a compagni e amici a farsi tatuare sul petto l’impronta della mano della figlia – peraltro l’unico disegno sulla pelle del portoghese –, l’"operazione" durò ore invece dei minuti previsti, tanto era alto il timore di farsi male. Male s’è fatto davvero, Mario Rui. È storia della scorsa estate, ma ha condizionato tutta la sua prima stagione romanista. A Empoli era un idolo, a Roma s’è riscoperto riserva dopo l’esplosione di Emerson Palmieri. Tanto idolo che quando è tornato in campo dopo la rottura del crociato, Mario Rui ha ricevuto l’applauso generale dei tifosi dell’Empoli, via social e via messaggi diretti. Ama gli scherzi, è un uomo spogliatoio: il ritratto ufficiale dice questo. Quello ufficioso, invece, vale un consiglio: odia riceverli, gli scherzi.
rassegna stampa
Amici, scherzi e un tatuaggio: Mario Rui prenota Roma-Empoli
In Toscana era un idolo, Spalletti se ne innamorò quando lo vide in campo mandare in crisi Maicon
Il riscatto del suo cartellino, a Trigoria, è di fatto obbligatorio. Obbligatoria è pure una ripartenza delle sue. Tra Empoli, derby e Bologna il portoghese ne giocherà almeno una. Quella giusta, se comandasse il cuore, sarebbe la prima. Con un regalo in tasca da recapitare alle persone giuste.
(D. Stoppini)
© RIPRODUZIONE RISERVATA