rassegna stampa

Amelia para tutti i malumori: “Partì così pure l’anno dello scudetto”

L'ex portiere giallorosso: "I conti facciamoli alla fine e lasciamo lavorare questo gruppo"

Redazione

Di Francesco lo conosce da quando era suo compagno nell’anno dello scudetto. Ha vissuto Milan-Roma da ex ma, soprattutto, Marco Amelia, ora allenatore della Lupa Frascati, ha vissuto a lungo l’ambiente giallorosso. Ecco perché, il giorno dopo il k.o. di San Siro, sa bene come a Roma sia già tempo di processi. Intervistato da Chiara Zucchelli per La Gazzetta dello Sport, l'ex portiere della Roma ha parlato del momento dei giallorossi. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

"Di Francesco in discussione? Ricordo come fosse ieri l’inizio della stagione 2000-01. Per l’eliminazione in Coppa Italia fuori Trigoria c’era qualche migliaio di persone a contestare. Pochi mesi dopo festeggiavamo lo scudetto. I conti facciamoli alla fine e lasciamo lavorare questo gruppo".

Possibile sia già svanito l’effetto semifinale di Champions?

"A Roma si vive sulle montagne russe. A Milano c’è un clima molto ovattato intorno alle due squadre, a Torino ancor di più. E questo alla lunga fa la differenza, in una stagione. E nella possibilità di aprire un ciclo".

La cessione improvvisa di Strootman può aver creato problemi nel gruppo?

"Questa è una squadra matura, che ha superato e metabolizzato anche l’addio del più grande calciatore della storia della Roma. Ogni anno si fanno gli stessi discorsi, poi il campo parla e dice che i calciatori passano e la Roma va avanti".

Un giudizio su Olsen.

"Esperto, con personalità, bravo con i piedi. Come per tutti gli stranieri serve un periodo di inserimento e adattamento".

Si parla di enigma Pastore.

"Un fuoriclasse, lo conosco da quando eravamo a Palermo. Deve solo trovare i tempi e gli spazi per essere al massimo".

Leonardo e Maldini hanno ruoli definiti nel Milan, Totti nella Roma sta ancora studiando. I tifosi si aggrappano ancora a lui, ma cosa potrebbe fare?

"Ricordare a tutti cos’è la Roma, cosa significa indossare quella maglia, cosa vuol dire rappresentare in Italia e in Europa i tifosi. È un aspetto importantissimo, che crea cultura e senso di appartenenza. E ve lo dice uno che fin da bambino sognava di poterlo fare".