rassegna stampa

Allenamenti duri o leggeri: i duemetodi per preparare la partita più importante

(La Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) – Il calcio, forse, ad un certo punto ha bisogno che undici uomini si trasformino in bambini per obbedire ad un signore in tuta, col fischietto in mano, che scandisce ordini.

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(La Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) - Il calcio, forse, ad un certo punto ha bisogno che undici uomini si trasformino in bambini per obbedire ad un signore in tuta, col fischietto in mano, che scandisce ordini. Per questo – ciascuno con il proprio stile Antonio Conte e Rudi Garcia probabilmente sono obbligati ad un ruolo leaderistico a metà tra il generale di truppa e il motivatore aziendale. Insomma, l’impressione è che entrambi siano lontani dai ricordi del grande Jorge Valdano, che spiegava: «In carriera ho sempre trovato allenatori che in campo mi chiedevano di sputare sangue. Solo una volta ne ho incontrato uno che mi ha detto: “Del pallone fanne poesia”. Ecco, per lui ho dato tutto».

Pesanti e leggeriMa bianconeri e giallorossi non s’illudano: anche stasera bisognerà dare tutto, nonostante per farlo i due allenatori abbiano scelto strade differenti. Conte ha battuto i sentieri consueti anche durante la sosta natalizia. Ovvero, lavoro a grande intensità, con frequenti doppie sedute e carichi pesanti (anche se meno di un anno fa) per cercare quel fondo che potrebbe essere utile nel finale di stagione. Insomma, il solito approccio da «marine» all’allenamento che i giocatori hanno imparato a conoscere negli ultimi tre anni.

Diversa invece la strada scelta da Garcia. Se nello spogliatoio di Trigoria già in estate la preparazione del francese era stata giudicata assai leggera, a dicembre la linea prescelta è stata la stessa. Molti calciatori si aspettavano richiami più severi, ma così non è stato. Anche questo però ha una sua logica. La Roma non ha nessun fronte europeo di cui doversi preoccupare e così puntare su carichi blandi non è assurdo. In fondo, la striscia delle dieci vittorie consecutive d’inizio campionato è stata figlia anche di gambe più leggere rispetto alla concorrenza. E tutta quella «benzina» che non è stata incamerata nel corpo è arrivata di certo nella mente, visto che la carica psicologica di quel filotto di successi ha rappresentato energia pura per i giallorossi.

E allora? Se questo è stato il ragionamento seguito da Garcia, l’impressione è che la Juve stasera farà bene a preoccuparsi di una Roma meno appesantita nelle gambe e quindi più pronta allo sprint. Certo, se poi lo scudetto dovesse risolversi in una lunga volata Europa League permettendo i ragazzi di Conte potrebbero presentarsi al gran finale in modo più brillante. Ma tutto questo è teoria, perché a correre, stasera, sarà soprattutto la palla. E bisognerà farglielo fare nel migliore dei modi.