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rassegna stampa

Serie A, allenamenti collettivi vicini, ma poi il calcio deve dire sì

LaPresse

Il 18 maggio potrebbe diventare la data spartiacque, il vero ritorno alla normalità con tanto di lavoro tecnico, schemi, partitelle, contatti

Redazione

Accelerazione. Ieri, l’operazione ripartenza ha segnato un gol, scrive Valerio Piccioni su La Gazzetta dello Sport. Il via libera agli allenamenti collettivi dovrebbe arrivare già oggi, combinazione fra un prudente sì del Comitato tecnico-scientifico e la sua traduzione politica sull’asse ministero della Salute-ministero dello Sport. Non è un sì alle partite, però si tratta di un passo avanti.

Il 18 maggio potrebbe diventare la data spartiacque, il vero ritorno alla normalità con tanto di lavoro tecnico, schemi, partitelle, contatti. La Federcalcio ha riunito le sue componenti: prevale sempre una fiduciosa prudenza.

Intanto pure 11 delle 20 squadre di B hanno ricominciato gli allenamenti. Si aspetta il nuovo protocollo e la sua sostenibilità economica. La B chiede alla Federcalcio un contributo per sopportare tutti gli obblighi delle norme. Alcune squadre avrebbero però già identificato la struttura potenzialmente in grado di ospitare il ritiro.

Ogni ripartenza deve fare i conti con quelle che sono le leggi dello Stato in Italia, che prevedono le due settimane di quarantena, la strettoia più sofferta dell’eventuale riavvio. Per la sottosegretaria, anche la possibilità di tamponi a ripetizione, sempreché ce ne sia la possibilità, può creare problemi. La chiave del successo è il ritiro permanente.

Serve il sì definitivo dei club e dei calciatori. Ormai è chiaro: il ritiro blindato durerà 15 giorni, non di più, impossibile allungare la clausura perché i calciatori (e non solo loro) non ce la farebbero. Quindi la fase delle partite dovrebbe svolgersi in una sorta di autolockdown di tutti i protagonisti. Puoi andare a casa, ma devi ridurre il più possibile le tue occasioni sociali perché altrimenti metteresti a rischio tutta l’operazione.