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La Gazzetta dello Sport

Alla conquista di Mou. Da Kumbulla a Borja, le seconde linee ora cercano spazio

LaPresse

Nel tour de force della Roma a settembre utile anche la panchina: sotto esame con José

Redazione

Il successo arriva strada facendo. E al successo puntano i vari Kumbulla, Reynolds, Villar, Diawara, Mayoral ed El Shaarawy. Sei personaggi in cerca di Mou, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, visto che il loro obiettivo da qui a breve termine è quello di convincere l’allenatore portoghese a dargli maggiore minutaggio e considerazione, dopo un inizio di stagione vissuto soprattutto in naftalina. Se poi ci riusciranno davvero lo dirà il campo. Ma la voglia c’è. Ed è ovviamente molta. Kumbulla è impegnato con la sua nazionale e ieri è sceso in campo contro l’Ungheria. Mou ci conta, lo considera un ottimo prospetto, addirittura il più completo. Da lui vuole però maggiore concentrazione, maggiore scaltrezza. Ci sarà da lavorare, anche per Reynolds, che ha corsa e gamba, ma che finora è sembrato quasi sempre un corpo avulso. L’impressione è che Mou spremerà Karsdorp fino allo strenuo, ma l’americano farà di tutto per guadagnarsi un po’ di considerazione in più. In mezzo, invece, sono Diawara e Villar a voler strappare maggiore minuti di quelli fatti finora. Entrambi sono stati sul mercato fino all’ultimo giorno, la partenza di uno dei due sarebbe stata funzionale per l’arrivo del centrocampista chiesto a più riprese dall’allenatore. Non è successo, magari accadrà a gennaio. Nel frattempo Diawara deve imparare a giocare più in verticale (e meno in orizzontale) e Villar crescere nella fase difensiva e di transizione. Se ci riusciranno possono aspirare a mettere in difficoltà la coppia Cristante-Veretout, altrimenti ci sarà sempre più spazio per il giovane Bove (che a Mou piace tanto...). E poi ci sono Mayoral che aspetta una chance vera ed El Shaarawy che punta ad aumentare il minutaggio e ad entrare realmente nel giochino delle rotazioni. Lo spagnolo ha riflettuto a lungo se restare o accettare la corte di Fiorentina e Crystal Palace, ma alla fine le parole di stima espresse da Mourinho lo hanno convinto a giocarsi qui le sue carte fino alla fine, nonostante la concorrenza di Abraham e Shomurodov. Il Faraone, invece, è il cambio di Mkhitaryan, ma rispetto a lui garantisce maggiore copertura difensiva, soprattutto quando la Roma si piazza 4-4-1-1. E magari questo lo aiuterà a strappare anche qualche presenza in più...