Con molto cuore e con un minimo di testa l’Inter sopravvive alla Roma e resta aggrappata al terzo-quarto posto, in tandem con la Lazio. È stata una partita piena di contraddizioni. L’Inter ha regalato alla Roma il primo tempo e la Roma si è sdebitata verso la fine, con venti agghiaccianti minuti conclusivi. Gli allenatori hanno avuto colpe e meriti in uguale misura. La Roma ha chiuso con un unico misero tiro nello specchio della porta, il che non rende giustizia al dominio tattico giallorosso del primo squarcio di gara. L’Inter recrimina per un palo colpito da Icardi e maledice la bravura di Alisson.
rassegna stampa
Alisson para l’Inter. Vecino riprende la Roma ma un punto per uno non fa bene a nessuno
I nerazzurri regalano il primo tempo alla squadra di Di Francesco, che si sdebita nel finale
Ciò che in autunno pensavamo fosse solidità oggi a tratti sembra pesantezza. L’Inter del primo tempo è stata macchinosa, fissa in velocità da crociera sulla corsia di mezzo ed esposta a ogni genere di sorpassi. La Roma per mezz’ora è stata bella nell’atteggiamento, ha esercitato una pressione alta che ha inibito i nerazzurri nel palleggio dal basso e li ha scaraventati in un vicolo cieco: se l’Inter cercava di uscire palla al piede, rischiava intercetti pericolosi; se lanciava, su quei palloni lunghi spesso prevaleva la difesa romanista. Il gol romanista è stato imbarazzante, se lo si guarda dalla prospettiva di chi lo ha preso: rilancio di Alisson, assist al contrario di Santon per El Shaarawy e semi-pallonetto del Faraone faccia a faccia con Handanovic.
La ripresa nei primi venti minuti è rimasta congelata, la Roma era in controllo. Finché Spalletti, a furia di cambi, non si è creato il pertugio giusto. In realtà è stato Di Francesco ad abboccare all’esca del collega. Quando Spalletti ha inserito Eder per Candreva, nel giro di cinque minuti Di Francesco ha risposto con Juan Jesus per El Shaarawy, sostituzione per cui la Roma è passata alla difesa a tre-cinque. L’Inter ha guadagnato 20 metri di campo e la Roma si è scoperta assediata. Di Francesco si è giustificato con la panchina corta, ma insomma, a noi la spiegazione pare fragile. Siamo abbastanza convinti che se l’allenatore non avesse toccato l’assetto, l’Inter non avrebbe creato tante opportunità e forse il gol di Vecino non sarebbe arrivato.
(S. Vernazza)
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