rassegna stampa

Al luna-park si diverte solo la Roma

Partita ricca di emozioni da una parte e dall'altra. Poca difesa, tanto spreco. Manolas condanna l’Inter

Redazione

La Roma sale sul treno delle inseguitrici, al terzo posto. L’Inter resta in stazione, al quarto binario. Questo ha detto la grande sfida delle due nobili arrancanti. All’Olimpico il primo gol romanista è arrivato a freddo, in apertura di incontro, segno che l’Inter non è entrata in campo con la giusta applicazione, e il secondo pochi minuti dopo il pareggio di Banega, prova provata di rilassamento, scrive Sebastiano Vernazza su "La Gazzetta dello Sport".

Partita divertente, ma portatrice sana di un calcio regressivo, da non insegnare nell’aula magna di Coverciano. E’ stato per esempio un match a sviluppo laterale, «passa all’ala» a un certo punto sembrava la parola d’ordine. La Roma giocava per azionare Salah, l’Inter per innescare Candreva e Perisic. Agli esteti, agli amanti dei numeri dieci più talentuosi, avrà fatto effetto osservare Florenzi nell’insolita posizione di trequartista. Lì dove una volta pennellava Totti, scarrellava l’onesto pedalatore Florenzi. E poi le difese, senza filtri, costrette a continui uno contro uno.

La Roma ha aspettato l’Inter, ha lasciato che Banega e soci si trastullassero col possesso palla, 64 a 36 per i nerazzurri, e ha colpito il più possibile di rimessa, sull’asse di Salah. Alla fine la differenza è stata marcata dalle prestazioni individuali, in particolare dei componenti la spina dorsale, Szczesny, Manolas, Strootman e Dzeko. Nota di merito speciale per il centravanti bosniaco, fin qui molto criticato a Roma. I suoi numeri cominciano a essere importanti: cinque gol in sette giornate collocano Dzeko nell’Olimpo dei cannonieri di Serie A. Da rivedere l’assetto difensivo, in particolare ai lati. Bruno Peres ha servito l’assist per l’1-0, ma difensivamente parlando è stato un colabrodo, alla pari di Juan Jesus sulla corsia opposta.