(Il Tempo - A.Austini) Dalle parole ai fatti per finire ancora alle parole. La rivoluzione di Zeman è totale. La ha annunciata alla vigilia della partita con l’Atalanta e ieri è andato oltre le attese. Scelte pesanti, coraggiose e rafforzate dalle spiegazioni del postgara, per certi versi più dure delle scelte stesse. La bocciatura di De Rossi è senza precedenti. Il giocatore blindato con un contratto super dalla società da ieri non è più intoccabile per l’allenatore. O forse non lo è mai stato? Sarà per questo che i dirigenti in estate non hanno subito detto «no»all’offerta del Manchester City. Ieri i dubbi sono inevitabilmente riaffiorati. Cinque minuti prima dell’inizio del riscaldamento all’Olimpico il boemo ha comunicato a De Rossi, Osvaldo e Burdisso che sarebbero andati in panchina. Se l’esclusione del difensore era in preventivo, quella degli altri due «senatori» ha stupito tutti.
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Zeman: «Gioca chi ci crede»
(Il Tempo – A.Austini) Dalle parole ai fatti per finire ancora alle parole. La rivoluzione di Zeman è totale. La ha annunciata alla vigilia della partita con l’Atalanta e ieri è andato oltre le attese.
Per la prima volta da quando è diventato «grande», Capitan Futuro è finito fuori per scelta tecnica. È vero, l’Atalanta gli fu già fatale con Luis Enrique l’anno scorso, ma allora i motivi erano comportamentali. Stavolta non c’è stato nessun ritardo alla riunione tecnica, bensì una settimana di allenamenti insufficiente a detta di Zeman e non solo. Soprattutto nel caso di Osvaldo, già «ammonito» durante la settimana dal tecnico. Per De Rossi, invece, tutto è iniziato a Torino: alla prestazione negativa il centrocampista ha aggiunto delle parole in contrasto con l’allenatore sugli obiettivi della squadra. Il chiarimento successivo non è bastato, tanto che sabato il boemo ha tuonato: «Finora non sta giocando da De Rossi».
Inutile dire che entrambi hanno preso malissimo la decisione di Sdengo. Seduti uno a fianco all’altro in panchina per 90’ (Burdisso invece si è scaldato e stava per entrare nella ripresa), il centrocampista ha mascherato rabbia e stupore dietro sorrisi di circostanza, mentre la faccia dell’argentino parlava da sola all’uscita dall’Olimpico. Ora per tutti e due la Nazionale diventa un rifugio, da dove magari rispondere alle accuse del boemo. «Se ho schierato questa formazione - ha spiegato a fine gara Zeman - vuol dire che in settimana è quella che ho giudicato di maggiore garanzia. Osvaldo per me è secondo solo a Totti per talento, mentre De Rossi non lo devo certo presentare io,ma questi giocatori importanti mi devono dimostrare che vogliono ancora dare qualcosa ».
Agli occhi del tecnico non lo stanno facendo. «Vorrei veder gente motivata, le gerarchie degli anni precedenti io non le riconosco. Osvaldo ha un grande talento ma vorrei che lo tirasse fuori. Preferisco gente che ha voglia di lottare per lamaglia e la città: tutti devono pensare alla squadra invece dei fatti propri». Una bordata che rischia di aprire un caso delicatissimo dentro Trigoria. Ma Zeman parla senza alcun timore. «Spero che dalla prossima settimana - aggiunge- mi con vinceranno.Dipende da loro, non da me». Nel caso di De Rossi il discorso è anche tattico. «Per me può esprimersi al meglio da intermedio, poi da giocatore importante qual è può agire anche come mediano centrale, ma questo viene dopo».
Incredibile ma vero: l’intoccabile oraè Tachtsidis. E Burdisso? Per lui la pillola è indorata.«Mi piacerebbe avere venti giocatori con la sua mentalità e la sua applicazione. Ora però non riesce a rendere al meglio». La vittoria dà ragione e ossigen a Zeman. «Con l’Atalanta abbiamo imparato a soffrire, prima si fa quello poi impariamoagiocare. Eravam ospaventati dopo Torino e sin dall’inizio siamo stati troppo "lunghi" e passivi. La vittoria ci dà stimoli per andare avanti». Su una salita ancora ripidissima.
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