Tre punti pesanti, ma senza sorridere troppo, scrive Alessandro Austini su Il Tempo. La Roma batte il Lecce e resta attaccata al treno delle prime, alzando la sua media punti in campionato sopra i 2 a partita: con 19 lunghezze in 9 gare, i giallorossi stanno facendo il loro dal punto di vista dei risultati.
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Vittoria con poca Joya
Potrebbero dare molto di più, invece, sul piano delle prestazioni. Ma il più grande problema di Mourinho sono gli infortuni. Ci mancava quello di Dybala, che finisce ko calciando un rigore e fa tremare tutti: c’è il rischio di rivederlo in giallorosso nel 2023, dopo il Mondiale. A forza di perdere certezze, la squadra è in blocco mentale e continua a faticare, come è successo anche ieri contro il Lecce che ha giocato 70 minuti in dieci contro undici.
L’immagine della sofferenza sta tutta nei volti del dolorante Dybala, seduto in panchina con gli occhi lucidi e la borsa del ghiaccio, e in un Mourinho quasi sempre immobile a osservare una partita che doveva essere più semplice. Il tecnico ha pensato poco all’Europa, com’è giusto che sia.
Nell’azione del vantaggio entrano proprio Vina, Pellegrini e Smalling, al terzo gol stagionale. Al 22’ arriva l’espulsione di Hjulmand decisa al Var per un’entrata pericolosa su Belotti: il rosso appare un po’ severo. La Roma cavalca l’onda e si crea l’occasione per raddoppiare, ma Pellegrini fa tutto bene tranne il tiro. Il Lecce riesce a rimanere mentalmente in partita, inizia a tirar fuori la testa dal guscio e trova l’insperato pareggio con Strefezza, che sfrutta un flipper in area per fulminare Rui Patricio.
Rimontati come contro il Betis, i giallorossi si ributtano in avanti. Zaniolo ha subito la palla del nuovo vantaggio servita su un piatto d’argento da Dybala ma perde l’attimo e si fa anticipare da Askildsen. Ricadendo, prende un colpo sulla testa e chiede il cambio nell’intervallo.
Oltre al numero 22, resta fuori Vina, Abraham va dentro con Spinazzola e al primo assalto guadagna rigore con il fallo ingenuo di Askildsen. Dybala fa centro, ma la Roma non può godersi neppure questa gioia perché calciando il penalty l’argentino sente una fitta sul quadricipite e deve uscire. Entra Matic e Pellegrini ritorna a trequarti, Zalewski sciupa la palla del 3-1 dopo un bell’inserimento, poi ci prova Abraham ma Baschirotto gli smorza il tiro. Prima di lasciare il posto a Shomurodov, Belotti sfodera la prima conclusione della sua partita, un colpo di testa deviato in angolo. Le ultime occasioni capitano tutte ad Abraham che però sembra poco sereno e, in un modo o nell’altro, le manca tutte
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