rassegna stampa

Video «scomparso», indagato il pm di Calciopoli

Si tratta di Giuseppe Narducci, il magistrato che ha sostenuto l’accusa nel processo all’ex dg della Juventus, Luciano Moggi, agli allora designatori arbitrali Bergamo e Pairetto.

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"Il pm di Calciopoli finisce sotto inchiesta. Giuseppe Narducci, il magistrato che ha sostenuto l’accusa nel processo all’ex dg della Juventus, Luciano Moggi, agli allora designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, nonché ad alcuni arbitri internazionali, è infatti indagato a Roma per abuso d’ufficio insieme al maresciallo Sergio Ziino, sotto inchiesta per falso ideologico. L’indagine a carico di Narducci, che dopo Calciopoli si è dedicato brevemente alla politica entrando nella giunta di Luigi de Magistris per poi mollarlo in aspra polemica, si basa su un video che sarebbe scomparso. Ma non uno qualunque. Si tratta, infatti, del filmato che proverebbe il «taroccamento» dei sorteggi arbitrali nella stagione 2004/2005. Il problema è che questo video, girato il 13 maggio 2005 nel centro tecnico di Corveciano dal maresciallo Ziino, sarebbe «fantasma». E secondo coloro che due anni fa hanno presentato la denuncia contro Narducci, e cioè lo stesso Moggi e altre «parti offese», manca dagli atti dal 2009, «sostituito» da foto presentate al processo in sequenza errata.

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"Facciamo un passo indietro cercando di spiegare i fatti nel modo più chiaro possibile. Il filmato è la prova regina di Calciopoli, quello che dimostrerebbe l’«accordo» fra Moggi e i designatori. Il video, in parte trasmesso il 15 dicembre 2009 da La7 , mostra che l’estrazione delle partite e degli arbitri avveniva così: prima Pairetto estrae la pallina delle partite da giocare (ad esempio Roma-Juventus), poi un giornalista nominato settimanalmente dall’Ussi (Unione stampa sportiva italiana) tira fuori il bussolotto col nome dell’arbitro e passa il biglietto a Bergamo che lo legge ad alta voce. Questo video, però, secondo gli accusatori di Narducci, viene ritirato dal fascicolo dibattimentale nel luglio 2009 senza che le difese ne sappiano nulla, e sostituito da foto con un ordine cronologico dei fatti invertito.

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"In sostanza in queste foto si vede immediatamente Bergamo con in mano la pallina con sopra il nome dell’arbitro, dopo il giornalista (in questo caso Riccardo Bianchi, della Provincia di Como ) che passa il bussolotto col nome della giacchetta nera, e solo alla fine si vede Pairetto che estrae la pallina della partita da associare a quell’arbitro. Secondo quanto riportato nell’esposto di Moggi, solo invertendo la cronologia degli eventi è infatti possibile provare che il sorteggio è stato truccato. E spiegano il perché. Se è prima il giornalista ad estrarre il nome dell’arbitro, come si vede nelle foto «incriminate», poi per il designatore in combutta con Bergamo (e Moggi), cioè Pairetto, è possibile, attraverso palline che l’accusa ha più volte considerato «sbucciate», più calde o più fredde, insomma «segnate», scegliere l’arbitro da associare a quella partita. Se invece, come si vede nel filmato scomparso, la cronologia degli eventi è esattamente invertita, e cioè prima il designatore Pairetto estrae la partita da disputare, e solo dopo il giornalista estrae il nome dell’arbitro per consegnarlo a Bergamo, allora è impossibile provare che il sorteggio è truccato, a meno di non voler mettere sotto accusa, come «complice», quel giornalista. Insomma, o il «terminale» del sorteggio è, appunto, un «complice» oppure provare il fatto diventa un’impresa titanica. Va infine sottolineato che nella foto il giornalista viene definito «dipendente Figc» che indossa una «divisa ufficiale della federazione». Ma in realtà Bianchi è un giornalista e veste abiti civili. Più volte la difesa degli imputati ha richiesto questo video, e più volte il tribunale ha risposto di non esserne in possesso. Il 31 ottobre si terrà l’udienza sulla richiesta d’archiviazione avanzata dal pm per Narducci e Ziino.