(Il Tempo - E.Menghi) «La società - spiega il dg - intende tutelare non soltanto, come è ovvio che sia, i propri interessi e quelli dei propri tifosi, ma allo stesso tempo vuole proteggere quello che è un principio sacrosanto, cioè che le competizioni si debbano svolgere nel rispetto di regole che sono oggettive e che in nessun caso possono essere piegate ad esigenze soggettive». Così non è stato e lo sconcerto generale ha colpito non solo i calciatori, ma anche il dg, che si è trovato a dover spiegare qualcosa che neppure lui sapeva decifrare: «Avevamo organizzato tutto per la trasferta - ha raccontato - e proviamo grande sgomento per il rinvio. Non possiamo a questo punto pensare di non tutelare i nostri interessi e i nostri tifosi. La responsabilità è chiara e si legge nel dispositivo del prefetto. Presentare reclamo non è una scelta, è un obbligo. È stato imbarazzante dirlo ai giocatori, soprattutto a quelli stranieri. Lo stupore continuo a provarlo io a 52 anni, figuriamoci i ragazzi giovani. Io non avevo né la faccia né le parole per spiegare loro quello che era successo».
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Una cosa mai vista prima
(Il Tempo – E.Menghi) «La società – spiega il dg – intende tutelare non soltanto, come è ovvio che sia, i propri interessi e quelli dei propri tifosi, ma allo stesso tempo vuole proteggere quello che è un principio...
Una brutta storia, in cerca di un lieto fine, che per la Roma sarebbero i tre punti a tavolino, «una conseguenza logica e diretta» per Baldini. «Parte lesa è un termine corretto perché lo siamo. Potevamo opporci sulla scelta della sede, eppure avevamo dato la nostra disponibilità, sia alla Lega sia al Cagliari, per giocare. Siamo arrivati sabato, verso le 19, senza avere sentore di quello che si stava preparando. Quando siamo giunti in Sardegna alcuni giornalisti ci hanno informato del comunicato diramato dalla società rossoblu, dove si esortava la gente ad andare allo stadio. Da quel momento in poi si è cominciato ad insinuare il dubbio che la partita avrebbe avuto delle conseguenze, che puntualmente sono arrivate a tarda notte quando, verso l'1.50, sono stato avvertito dalla Prefettura che sarebbero arrivati in albergo per notificarmi il provvedimento».
Una telefonata in piena notte, che ha sconvolto i piani della Roma e costretto la squadra a fare rientro nella capitale senza giocare. Il muro contro muro deciso da Massimo Cellino, non è proprio piaciuto a Baldini: «In una competizione seria - ha aggiunto il dirigente - si seguono regole oggettive, che non possono diventare soggettive di giorno in giorno, secondo le levate di scudi dell'uno o dell'altro. È una situazione che spazia dal ridicolo al tragico. Il ridicolo è che sia possibile che questo accada, il tragico è che ci sia tanta gente che pensi che è giusto che ciò accada». Non la pensa proprio così Claudio Lotito, ma poco ci manca: «Lo ritengo un atteggiamento che non esprime i valori dello sport, Cellino - ha sostenuto il presidente della Lazio a Stadio Sprint-Rai2 - si trova in una situazione di difficoltà, non bisogna speculare. Io non avrei chiesto lo 0-3, soprattutto per il rispetto dei tifosi del Cagliari. Le partite si vincono sul campo». La replica l'ha servita in serata l'ad Fenucci. «Tra tanti problemi che ha il calcio, uno è la comunicazione istituzionale. Gli unici che possono parlare sono i dirigenti della Roma e del Cagliari, oltre alle istituzioni preposte. Quello che è successo sia grave, la competizione è fallata, la Roma ha diritto di fare ricorso». Al derby manca più di un mese ma è come se fosse già iniziato con largo anticipo.
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