Il primo degli atti che si attendevano e arrivato: la Roma, tramite la Eurnova (società che ha presentato il progetto dello Stadio di Tor di Valle) ha richiesto alla Regione la «sospensione dei lavori della Conferenza di Servizi per un termine non inferiore» a 30 giorni. Domani, quindi, nella seduta che avrebbe dovuto essere quella conclusiva, si celebrerà un ennesimo rinvio: la Regione, a meno di clamorose novità dell'ultimo secondo, conceder la sospensione che non ha un limite temporale se non quello minimo. Dal lato dei proponenti trapela ottimismo e la «vulgata» e che un mese alla fine sarà sufficiente. In realtà, con questa formulazione, la Roma e il costruttore Luca Parnasi non sono vincolati a nessuna scadenza.
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Un altro mese di stop per lo stadio
Domani, nella seduta della Conferenza dei Servizi che sarebbe dovuta essere conclusiva, si celebrerà un ennesimo rinvio
Di sicuro per il duo dei proponenti le problematiche da affrontare sono ancora molte e si leggono nella stessa lettera di richiesta di sospensione. Intanto la questione dell’avvio dell' iter di apposizione del vincolo architettonico sull'ippodromo da parte della Soprintendenza, poi il problema che la Direzione della Regione Lazio per il ciclo dei rifiuti ha evidenziato «motivi ostativi alla pronuncia favorevole alla compatibilità ambientale», chiedendo integrazioni documentali. Secondo quanto filtra, si tratterebbe della necessità di bloccare la procedura di Valutazione di Impatto ambientale in merito ai rifiuti proprio per la presenza dei pareri del Comune e della Citta Metropolitana «non favorevoli» al progetto.
E’, tuttavia, l'ultima parte della lettera di Eurnova quella che contiene la conferma di alcune informazioni trapelate, ma mai ufficializzate con atti scritti. Si legge, infatti, che il Dipartimento Urbanistica del Campidoglio ha comunicato «l'intendimento di procedere alla verifica ridefinizione dell'interesse pubblico con particolare riferimento alla individuazione delle opere pubbliche di interesse generale e alla rideterminazione della potenzialità edificatoria» dando tempo fino al 9 marzo ai proponenti di presentare «eventuali osservazioni». Quindi, per la prima volta, con un atto formale viene ufficializzata la decisione del Comune di ridefinire la delibera di Marino e, di conseguenza, si va verso il ricalcolo delle cubature e delle opere su cui ancorato il pubblico interesse a tutta l’opera.
I tempi tecnici di approvazione della nuova delibera difficilmente potranno essere inferiori a un paio di mesi, un periodo analogo a quello impiegato da Marino per portare il testo approvato al voto dell'Aula consiliare: dopo l'adozione in Giunta, sarà necessario anche per la Raggi portare la delibera all' esame dei Municipi IX e XI, i due interessati alle opere, per ottenere il voto favorevole dei rispettivi consigli. Anche le varie Commissioni consiliari (Urbanistica, Mobilita, Ambiente, Commercio e Sport) dovranno dire la loro. Municipi e Commissioni avranno il diritto di formulare emendamenti al nuovo testo che la Giunta dovrà recepire o rigettare. Solo dopo questo passaggio sarà possibile avere il testo da portare in Aula per il voto finale. Sara necessario, quindi, attendere almeno l'approvazione preliminare in Giunta del nuovo provvedimento, anche per capire se questo avrà «valenza urbanistica», cioè conterrà direttamente la variante al Piano regolatore definitiva. Insomma, forse solo 30 giorni di sospensioni sono più un auspicio che una vera certezza.
(F.M. Magliaro)
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