rassegna stampa

Tutti contro Lotito. Pure l’amico Tavecchio

Dopo l'intercettazione pubblicata ieri da Repubblica, tutti contro Lotito, anche Tavecchio. Il presidente della Roma Pallotta fa un comunicato in cui neanche lo nomina

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Lotito sub Iodice. Ma la condanna è già arrivata. Tutti contro il presidente della Lazioe possibile inchiesta della Procura Federale in arrivo. Il mondo politico e quello sportivo si ribellano alle sue parole, estorte in una registrazione telefonica dal direttore generale dell’Ischia Pino Iodice. Il coro è univoco, negativo il giudizio comune come quello che arriva dal capo dello sport italiano Giovanni Malagò. «Ritengo che le parole espresse da Claudio Lotito siano state incaute - afferma il Presidente del Coni - e rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio anche in funzione delle cariche istituzionali da lui ricoperte». Più incisivo l’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. «Si tratta di una conversazione che non rappresenta il calcio come lo vorremmo noi, e come lo vogliono gli italiani - afferma il braccio destro del Premier Renzi - delude tutti coloro che credono in uno sport sano. Come Governo chiediamo che la Figc affronti un serio e radicale cambiamento di approccio nella gestione del calcio». Non può esimersi dal partecipare al coro di condanna anche il numero uno della Figc Tavecchio, eletto proprio grazie alla battaglia portata avanti da Claudio Lotito. «La Figc è garante della regolarità dei campionati: i passaggi di categoria sono decisi dai risultati del campo e solo da quelli, non ci possono e non ci sono calcoli di convenienza di alcun tipo. Altre considerazioni sono inaccettabili - afferma il presidente della Figc - toni e contenuto della telefonata sono da censurare, così come le modalità con cui è stata realizzata». Ma il direttore generale dell’Ischia rincara la dose, anticipando nuove registrazioni. «Non è il solo audio a mia disposizione - rivela Pino Iodice - ho altri documenti che attestano come Lotito mi abbia minacciato, in caso di mancato appoggio all'attuale governance, di togliere i finanziamenti che ci spettano». Sotto la lente di ingrandimento c’è il campionato cadetto, e in particolare il Carpi. Dura la reazione da parte del presidente della Lega di Serie B. «Ognuno risponda di quello che pensa, dice e fa - afferma Abodi - in Serie B sale e scende chi merita. Il calcio come lo intendo io è altra cosa. In serie B si può essere grandi anche a prescindere dalle dimensioni, perché contano il merito, il progetto sportivo, le persone. Lotito vive su un altro pianeta».

Un pianeta talmente distante che il presidente della Roma James Pallottaneanche lo nomina. «È curioso come nello stesso momento in cui la Premier League annuncia un incremento sostanziale dei diritti tv, un individuo stia provando a prendersi i meriti del recente accordo sui diritti televisivi italiani. Siamo inoltre convinti che molti benefici non si siano realizzati nella Lega per colpa di questo stesso individuo». E il maggior accusato, cosa pensa? In serata ha precisato con un comunicato: «Le mie parole erano legate alle riforme al fine di consentire al pianeta calcio di mantenere autonomia finanziaria e di uscire dalla dipendenza dai network televisivi, le cui risorse tendono a ridursi in presenza di club con bacini di utenza ridotti e limitati. In questo senso, il mio richiamo agli effetti negativi dell'accesso delle squadre provinciali alla serie A è stato da me indicato come rischio di una possibile riduzione dei diritti televisivi e non certo come desiderio di impedire ai club minori di arrivare a competere con i club maggiori. Contrabbandare queste mie valutazioni per tentativo di influire sul regolare andamento sportivo dei tornei è un vero e proprio falso calunnioso, finalizzato a screditare la mia figura. Se le mie dichiarazioni vengono strumentalizzate per sfruttarlo in termini di lotta di potere, come emerge dalle interpretazioni del mio interlocutore che ha organizzato l’agguato, si compie un vero e proprio falso intellettuale per sovvertire in questo modo una legittimazione derivante da metodi democratici e trasparenti, ben lontani dalle furtive registrazioni di telefonate mirate a creare lo scandalo».