rassegna stampa

Tra Totti e la Roma è guerra di nervi

La società giallorossa si è ormai convinta: niente rinnovo da calciatore Il capitano riflette su un’esperienza all’estero o sul ritiro a maggio

Redazione

Qui rischia di finire male. La Roma ha deciso, probabilmente da parecchio tempo, che Totti deve fermarsi con il calcio giocato perché non è più in grado atleticamente di esprimersi a certi livelli, almeno in serie A. Il capitano, invece, era convinto di poter ottenere facilmente un ultimo anno di contratto, inseguire quel secondo scudetto in giallorosso mai vinto da nessuno e nel frattempo metabolizzare il distacco definitivo dal campo che lo angoscia solo a pensarci.

FERMEZZA - Le parole di Pallotta rimbalzate (in ritardo) da Boston non sono altro che la certificazione di una posizione ormai definita nella società. Non sarà stato così diretto, ma il presidente aveva fatto capire chiaramente a Totti qual’era il suo pensiero, sperando che dopo una riflessione potesse diventare lo stesso anche per Francesco. Secondo la Roma questa stagione ha emesso un verdetto: con appena otto presenze raccolte e un altro infortunio muscolare grave, il fisico non segue più la testa di Francesco, come ha spiegato Pallotta. E allora sarebbe il caso di smettere, con quel numero 300 di gol segnati a segnare uno straordinario capolinea, senza trascinarsi in un altro campionato di sofferenza tra panchina e tribuna. Perché questo è il destino segnato, con uno Spalletti in panchina per nulla disposto a concedere sconti a nessuno.

Il club ora attende senza alcuna fretta che Totti comunichi le sue intenzioni. E se davvero volesse continuare a giocare all’estero, aspetterebbe il suo ritorno con un ruolo da dirigente, già garantito da un contratto di sei anni che nessuno nel club vuole toccare.

AMAREZZA -  Francesco non era preparato a finire in questo vicolo cieco. È confuso, indeciso, deluso, travolto dai consigli più disparati di chi lo circonda e già da qualche settimana ha capito che, a prescindere dalle sue intenzioni, gli restano queste nove partite con la Roma, peraltro da riserva fissa. «Gli incontri con Pallotta sono finiti» ha ammesso dopo la gara con la Fiorentina, a conferma di aver ormai appreso qual è la direzione presa dalla società. Quella promessa pubblica del presidente dello scorso giugno, «giocherà con noi fino a quando lo vorrà» aveva detto, è alla base del suo rancore. Dopo la nascita della terzogenita Isabel è arrivato un nuovo affaticamento muscolare a frenarlo, anche se oggi dovrebbe tornare ad allenarsi il gruppo. Ma non è questo il punto. Il capitano si aspetta una comunicazione ufficiale dalla Roma, poi penserà a come trasformare la sua vita professionale, restando tuttora convinto che gli resti almeno un altro anno da calciatore. Chissà dove.

TENTAZIONE USA -  Sarebbe un paradosso, la Roma americana «scarica» Totti e lui va a giocare negli States. È una delle tante possibili opzioni qualora decidesse davvero di spezzare quel legame indissolubile con l’unica maglia della sua vita. Gli sceicchi arabi o i cinesi sono gli altri potenziali acquirenti pronti a ricoprirlo d’oro nonostante i 40 anni da compiere a settembre, ma il capitano giallorosso è convinto che se si metterà davvero sul mercato potrebbero giungere proposte da tutto il mondo. Anche inattese. L’unica certezza è che non lo vedremo con un’altra maglia italiana, per il resto può succedere di tutto, compreso un addio pieno di veleno che metterebbe a rischio il futuro da dirigente. Totti e la Roma non sono mai stati così lontani, per scrivere un lieto fine restano due scenari improbabili ma ancora possibili: l’annuncio del ritiro a fine stagione, o un rinnovo «simbolico».

(A,Austini)