"Quando la teoria inizia ad essere supportata dai fatti, più che sognare s’inizia a credere. Per la Roma vincere lo scudetto è diventata una priorità. L’1-0 al Real Madrid nella Champions estiva, quella che per nome e per cognomi illustri rimanda direttamente all’originale che gli spagnoli hanno in bacheca, è un segnale alla Juventus in primis e a tutte le altre candidate al titolo. È una squadra costruita per lottare per lo scudetto e cercheremo di vincerlo. La Roma c’è, anche se è presto per dirlo», ne è sinceramente convinto Totti, che in 23 stagioni ha visto passare giocatori e allenatori come se ne piovesse: «Al momento non siamo più forti della Roma di Capello, ma abbiamo grandi potenzialità e speriamo di ripetere quel 2001».
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Totti: Roma da scudetto
Nell’amichevole giocata nella notte italiana tra martedì e mercoledì, è stato un suo gol ad eliminare di fatto il Real dal torneo made in Usa
"Francesco vuole tornare sul carro dei vincitori il più in fretta possibile e non certo da comprimario. Nell’amichevole giocata nella notte italiana tra martedì e mercoledì, è stato un suo gol ad eliminare di fatto il Real dal torneo made in Usa. Velo per Florenzi, che raccoglie e crossa all’altezza del dischetto, il capitano riceve il pallone di ritorno e non ci pensa troppo su: tiro al volo col destro e giù applausi dai quasi 60 mila presenti al Cotton Bowl di Dallas, quasi tutti pro-Real. Pallotta dalla tribuna ringrazia, consapevole di avere di fronte una nuova schiera di tifosi romanisti. Il capitano ha sposato la teoria societaria sul caso Tavecchio: «Vado dietro a quello che dice il presidente, così non sbaglio», però sulla Champions non se la sente di sbilanciarsi come James: «Bisogna essere realisti, ci sono squadre molto più forti».
"Garcia gli fa eco: «L’ambizione ce l’abbiamo e io penso che se una persona non sogna si annoia. Noi sogniamo tutti, me compreso, ma quest’anno in Champions se superiamo il girone sarà una bella cosa». Grasso che cola, insomma. L’obiettivo resta lo scudetto: «La priorità sarà il campionato, vogliamo finire il più alto possibile».
"I segnali positivi arrivati dal faccia a faccia con il Real partono dalla difesa, anzi dalla porta, e arrivano fino all’attacco. Skorupski sta mettendo in difficoltà Garcia con ottime parate, come quella d’istinto su Isco, coadiuvato da un Benatia in forma strepitosa. L’inizio del marocchino è stato traballante, ma poi è salito in cattedra ad insegnare l’arte dell’anticipo e a murare il possibile sul filo della rete. Con Castan si è rivista la coppia da record. Cole ha sfruttato l’esperienza per gestire le offensive nemiche e ha retto tutti i 90 minuti («Abbiamo previsto di allungare i tempi di gioco», ha spiegato Garcia), gli si potrebbe chiedere giusto un pizzico di brio in più in avanti. Dall’altra parte, senza Maicon e Torosidis, e con i giovanissimi a prendere appunti in panchina, c’era Florenzi, il fuori ruolo che ha dato la scossa alla gara con l’assist a Totti. Va detto, però, che Bale e Modric l’hanno mandato in bambola almeno un paio di volte. De Rossi ha ripreso confidenza con il campo, Nainggolan morde come al solito, mentre Pjanic stavolta ha lasciato i riflettori ad altri. Keita se li è presi per uno screzio con Pepe ancor prima del fischio d’inizio: non gli ha stretto la mano e poi gli ha lanciato una bottiglietta d’acqua. Vecchie ruggini tornate d’attualità: «Mi chiamò scimmia in un Real-Barça e mi ha sputato, ma sono dispiaciuto per il mio comportamento», è il tweet di scuse del maliano. «Un campione non fa queste cose», ha sentenziato Garcia riferendosi a Pepe. Iturbe è in crescita e sabato con l’Inter avrà un’altra chance, mentre Astori può esordire (oggi la presentazione).
"La squadra è partita ieri per Philadelphia, Rudi ha lasciato Dallas con una convinzione: «Siamo sulla strada giusta. Abbiamo dimostrato di saper soffrire. Contro l’Inter sarà più una gara di serie A che una di Champions». Un test per lo scudetto.
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