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rassegna stampa

Totti: “Perché dovrei smettere?”

Il capitano si gode l’ennesima gioia: "sto bene e continuo". Spalletti: "Se la squadra lo sostiene gioca altri cinque anni"

Redazione

A Roma diluvia, ma Totti non tramonta mai. Entra lui e si accende una luce, ancora bella alta sui tetti della capitale: «Se sto così, perché smettere?». Se lo domanda lo stesso Francesco al termine di una partita dai due volti, senza e con lui in campo. Assist per il 2-2 di Dzeko e gol vittoria dal dischetto: a 16 giorni dai 40 anni si è regalato un doppio sorriso.

E con il capitano ha festeggiato uno stadio intero, mezzo vuoto come ormai da consuetudine, ma pronto a correre giù a valanga quando segna Totti. Alla prima presenza stagionale ha timbrato il cartellino per il 23esimo campionato consecutivo su 25 in carriera: è un record assoluto in Serie A, l’ennesimo. La magia non si è dunque interrotta con la firma sul tanto discusso contratto e la provocazione del numero 10, se così vogliamo chiamarla, non suona poi tanto male. Perché smettere? La domanda sarà lecita tra qualche mese, quando un nuovo ragionamento sul futuro di Totti andrà fatto. Intanto non smette di stupire: «Come faccio? La testa mi aiuta tanto, anche la serenità che mi trasmette la famiglia. Sto vivendo quest’anno con la mente libera, giorno dopo giorno. Il fisico regge, chi l’ha detto che devo smettere a fine campionato?».

Spalletti gli dà corda: «Per me dura altri 5 anni. Se la squadra lo regge, lui il piede ce l’avrà sempre e quando è in campo sono tutti più sereni. Se continua ad allenarsi così, gioca anche il prossimo anno. Io però voglio far crescere altri Totti. Ce ne servono altri 3-4 così, altrimenti non riusciamo ad arrivare al livello della Juventus». Per Dzeko «i palloni di Totti sembrano avere gli occhi, giocare con lui è più facile», mentre Florenzi punta sulla magia: «Servirebbe un incantesimo per fermare il tempo. Godiamoci lui e De Rossi».

Francesco non si tiene tutti i meriti e loda la squadra: «Si vince in 11, io quando sono entrato ho cercato di dare il massimo come ho sempre fatto da 25 anni a questa parte». Il timbro sui tre punti è arrivato appena prima del triplice fischio di Giacomelli, dal dischetto: «È la prima volta che ho avuto un po' di paura di sbagliare, ma non potevo farlo sotto la mia curva». Pallotta in mix zone con un pizzico di ironia lo stuzzica proprio sul rigore: «Pensavo sbagliasse perché era bagnato, se ci fosse stato il bel tempo non avrei avuto dubbi sul suo gol. Totti è Totti». Uno con la risposta pronta: «Se avessi pensato di sbagliare, non avrei tirato», la precisazione di Francesco lasciando lo stadio dopo il 249° gol in campionato: «Un'altra pagina scritta sul campo, è quello che sto facendo e spero - ammette Totti a Roma Tv - di scriverne altre. La rete è per mia zia Teresa, la sto perdendo e voglio dedicargliela».

A lei e a tutti i tifosi che fanno sentire la voce sempre e spesso solo per lui: «Quando entro io la gente si esalta e mi acclama ed è normale che essendo romano e romanista ho una gran voglia di dimostrare di più. Il mister si è arrabbiato molto negli spogliatoi, io ero fuori per il riscaldamento, non si sapeva se la gara sarebbe continuata o meno, mi sono bruciato a forza di riscaldarmi (ride, ndc)». La soluzione ai problemi non si chiama però Totti: «L’allenatore riuscirà a farci capire dove sbagliamo, specie nell'approccio, poi ogni giocatore deve mostrare di essere da Roma, ma sono sicuro che è così». Lui su tutti.

(E. Menghi)