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Totti fa 600 ma rinvia la firma

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Tributo al capitano che taglia l’ennesimo traguardo Ironia sul futuro: «Ci vediamo l’anno prossimo? No...»

Redazione

È stata, soprattutto, la festa di Totti. Senza le temute lacrime d’addio. Un po’ si è emozionato il capitano giallorosso, con squadra e figli al seguito, mentre faceva il giro di campo. L’ultimo, per quest’anno, un saluto che è un arrivederci alla prossima stagione, anche se l’accordo con Pallotta è in via di definizione tra non pochi ostacoli e l’annuncio per ora non può arrivare. C’erano migliaia di maglie numero 10 sugli spalti e una un po’ più speciale mostrata dalla moglie Ilary: «Tu sei unico ed inimitabile, semplicemente tu sei il calcio».

Dopo la dedica, il bacio tra la Blasi e il Pupone, ma anche tra Florenzi e la compagna Ilenia (in dolce attesa) e tra De Rossi e Sarah Felberbaum (incinta pure lei). Da festeggiare c’era un traguardo importante per Francesco, perché quella contro il Chievo è stata la 600esima partita in Serie A: una carriera a tinta unita, color Roma. Davanti a lui ci sono altre due bandiere del calcio italiano: Paolo Maldini (647 presenze, tutte col Milan) e Javier Zanetti (615 sempre con la divisa dell’Inter addosso). Sommando anche le gare disputate nelle altre competizioni, il capitano arriva a 757 in giallorosso (55 in Coppa Italia, 5 in Supercoppa e 97 in Europa). Numeri da leggenda. «600 partite, 248 gol: de che stamo a parlà» e «Si scrive Totti, si legge Roma» sono alcuni dei tanti striscioni esposti ieri all’Olimpico, pieno come non lo si vedeva da agosto, dal pre-barriere per intenderci.

C’erano tifosi da tutto il mondo, alcuni dalla Russia: «Siamo venuti per vedere il nostro idolo d’infanzia», altri dalla Cina: «Hong Kong sostiene Totti». Qualcuno invece di riempire gli spalti ha scelto di sbandierare la propria fede a bordo di un battello: «Per un biondo Tevere, delazializzazione». La Curva è rimasta semivuota e silenziosa, ma il resto dello stadio si è fatto sentire già quando Totti ha iniziato a scaldarsi, fino all’ovazione al minuto 59, quando il numero 10 ha rilevato Salah. Il pubblico non aspettava altro, solo per Strootman ha usato gli stessi decibel di voce e al gol di Pjanic, su assist del capitano, è esplosa la festa vera e propria.

 

Il bosniaco ha cercato subito con sguardo e dito il compagno che l’aveva mandato in porta, mica uno qualsiasi. Si sono abbracciati e, a vittoria guadagnata, i giallorossi hanno chiamato in campo mogli, fidanzate e figli. Il piccolo Cristian ha fatto qualche passaggio con il papà tra gli «olè» dei tifosi sugli spalti. Perché la domenica va passata in famiglia e quella romanista lo è a tutti gli effetti. Totti è cresciuto in questa maglia, sembra passata una vita dal Brescia-Roma del 28 marzo 1993, giorno dell’indimenticato esordio in A. «Da Bimbo de Oro a Re Mida», si è trasformato così agli occhi dei tifosi, figlio di Roma che rende prezioso ogni pallone col suo tocco magico. Quattro gol e due assist nelle ultime sei partite, tanto (e anche meno) è bastato a far cambiare idea a Pallotta e ai dirigenti, ma la partita del contratto non è ancora chiusa. «Siamo abbastanza ottimisti - ha detto prima della gara il dg Baldissoni - sul fatto che Totti continuerà con la Roma. Francesco e il presidente si vedranno e risolveranno la questione. Il discorso è sempre rimasto aperto, ma quando si erano parlati il capitano era ancora infortunato, ora è protagonista e si prosegue verso questa direzione».

Per il sì finale vanno ancora sciolti alcuni nodi, relativi allo stipendio da calciatore e al futuro da dirigente (in particolare la lunghezza del contratto per la parte dietro la scrivania, con ruolo da definire). «Ci vediamo... », il saluto di Totti lasciando lo stadio. Alla domanda «quando, l’anno prossimo?» ha risposto facendo segno di no con la mano. Un dribbling riuscito bene, con la solita vena scherzosa del capitano, che però la firma sul lieto fine la metterà. Sono 600, ma «to be continued».

(E. Menghi)