rassegna stampa

Tare: “Campionato falsato”

Il ds biancoceleste è furioso: «Troppi errori, terna inadeguata». Pioli si concentra sulla squadra: «Dobbiamo migliorare»

Redazione

Un arbitraggio indecoroso demolisce dieci mesi di lavoro. Nel post partita dell’Olimpico l’arbitro Massa è l’imputato principale. Il fischietto ligure e la sua squadra compiono un disastro irreparabile condizionando la corsa verso l’Europa di almeno sette squadre. Il direttore sportivo Igli Tare non fa sconti: si presenta davanti ai microfoni cercando di comprimere la rabbia per una direzione arbitrale mediocre che rischia di togliere alla Lazio quanto meritato sul campo.

«È molto difficile mantenere la calma - sottolinea il ds albanese - non so come definire la designazione, perché arrivare a una partita decisiva come questa con una terna arbitrale del genere è inspiegabile. Non si può mandare un arbitro così giovane per una partita così importante. Solitamente dopo le partite non commento mai l’operato dell’arbitro, ma oggi la direzione merita un approfondimento perché in questo modo si decide il lavoro di un gruppo, di una società. Ho visto le immagini degli episodi incriminati con il nostro match analyst; il primo gol dell’Inter era da annullare perché c’è una posizione di fuorigioco di Medel che impedisce al nostro portiere di vedere la palla, ho grandi dubbi anche sull’espulsione di Marchetti. Ma l’episodio più clamoroso è il fuorigioco fischiato a Candreva, col nostro giocatore lanciato a rete. Nel secondo rigore fischiato all’Inter, Icardi si butta. Se viene sfiorato dal guanto del portiere e va giù, allora tutti diventano rigori. Prima di parlare ho rivisto tutto perché volevo essere sicuro delle mie affermazioni. Dopo una sconfitta è preferibile non parlare di arbitri, ma non ne posso fare a meno. Qui cerchiamo solo rispetto e niente altro, perché la Lazio lo merita».

L’ira del direttore sportivo è parzialmente stemperata dal tecnico Pioli che evita di puntare l’indice contro il direttore di gara evidenziando - invece - gli errori della propria squadra. «L’episodio che ha deciso la gara è l’espulsione di Mauricio - sottolinea l’allenatore laziale - lì non abbiamo lavorato bene perché abbiamo fatto un errore di lettura, un errore di reparto. Sono convinto che in parità numerica la partita sarebbe stata diversa, e noi non avremmo perso: ci vuole ancora più lucidità e ancora più attenzione. L’arbitro? Preferisco pensare al mio lavoro, e a come migliorare la mia squadra, gli episodi hanno determinato il risultato finale, la partita dopo l’espulsione è cambiata, perché non è facile giocare un’ora contro l’Inter. Non usciamo soddisfatti, ma abbiamo l’assoluta consapevolezza che il nostro lavoro non è finito, che abbiamo ancora tanto da dare, e che abbiamo le possibilità di centrare un risultato prestigioso».

Pioli ci crede, crede nell’impresa perché ha guardato negli occhi i suoi uomini a fine partita e ha capito che questo gruppo è duro a morire. «Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che stiamo facendo - conclude il tecnico laziale - stiamo lì, ce la giocheremo fino alla fine. Con due vittorie potremo arrivare molto in alto. Abbiamo la forza e la convinzione per poter vincere le prossime due partite». Sampdoria e Roma sono avvisate.