(Il Tempo - T.Carmellini) Fine dei giochi e forse ? giusto cos?. Dopo lo scippo di Firenze con un gol a tempo scaduto che era fruttato alla Roma un successo per certi versi immeritato, la dea bendata volta le spalle alla Roma e si riprende il malloppo con gli interessi. Il bilancio fa sei punti al Chievo in due partite (assurdo) e chiude definitivamente le velleit? giallorosse per un posto in Europa League il prossimo anno: resta solo la Coppa Italia. Perch? questa sconfitta immeritata (o forse s?) riporta allo scoperto tutti i punti deboli di una squadra che non ha mai dimostrato di essere tale in questa stagione maledetta.
rassegna stampa
Suicidio Roma, rischio Europa
(Il Tempo – T.Carmellini) Fine dei giochi e forse ? giusto cos?. Dopo lo scippo di Firenze con un gol a tempo scaduto che era fruttato alla Roma un successo per certi versi immeritato,
Un altro flop contro una piccola, dopo il ko a Palermo, il pareggio incolore in casa col Pescara a dimostrare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la Roma ha seri problemi di testa. Giustissimi i fischi di un Olimpico sdegnato, ferito nell'orgoglio perch? ci aveva creduto fino all'ultimo, o quasi. Ma sul gol beffa di Thereau, la gente ha cominciato la lasciare lo stadio stanca di vedere una Roma cos?: depressa e consapevole che adesso resta solo l'ultimo atto di Coppa per varcare il prossimo anno i confini nazionali.
Andreazzoli (al quale Baldini aveva dato speranza per il futuro e oggi probabilmente avr? cambiato idea) temeva l'approccio, la mentalit?, la voglia dei suoi, ma era convinto di aver trovato la chiave di volta di questo oggetto misterioso che continua ad essere la Roma. E invece si ? ritrovato tra le mani un?accozzaglia di gente che non assomiglia nemmeno lontanamente a una squadra, cinica, in grado di portare dalla sua parte un match contro una squadra molto pi? scarsa tecnicamente.
Si vede da subito che Roma sar? e ne esce un primo tempo che definire inguardabile ? riduttivo. La Roma non gioca, o almeno non lo fa nella prima mezz'ora e il Chievo ? venuto all'Olimpico per mettere le catene alla squadra di Andreazzoli, che ci mette del suo con una formazione sbilanciata. Il tridente pesante non ? tale, o meglio: non ? un tridente. Ognuno gioca per conto suo e non ? un caso se la Roma, nonostante un possesso palla quasi totale, non riesce mai a scardinare il muro umano alzato da Corini: uno che riuscirebbe a far giocar male anche il Barcellona. Trentaquattro minuti per il primo tiro in porta arrivato sull'asse Totti-Piris con il paraguaiano che la mette dentro e Osvaldo che spara addosso a Puggioni. Altri dieci minuti per il guizzo di Dod?: tunnel ai danni di Frey e poco altro prima del duello De Rossi-Dainelli. Tra i due scintille con Peruzzo che divide e promette cartellini a entrambi. Finale in crescendo per la Roma che va all'intervallo con la gran punizione di Totti respinta da Puggioni.
L'idea collettiva ? che Andreazzoli strigli i suoi, che estragga un altro coniglio dal cilindro. E i giallorossi danno anche l'illusione di aver capito, ma col passare dei minuti la musica non cambia. La Roma s'impossessa del campo, ma la cosa serve a poco se non tiri in porta: o se lo fai come Destro dopo tre soli minuti di gioco. Poi ci provano Totti da fuori: la deviazione di Cofie stampa la palla sulla traversa e sull'angolo arriva un altro miracolo di Puggioni su Destro. La punizione di Pjanic non sorte miglior effetto. ? tutto pronto per la beffa finale, servita su un piatto d'argento da Dram? a Thereau: piattone imprendibile per Lobont e Roma ko. L'Olimpico ? muto fino ai tre fischi finali di Peruzzo che danno il ?l?? al coro di fischi (stavolta totale dopo il parziale in avvio per Andreotti) che accompagna una Roma a testa bassa verso l'uscita: di scena... e non sono dallo stadio. Stavolta ? finita davvero.
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