rassegna stampa

Strootman Tuffo nella storia

(Il Tempo – E.Menghi)  I milioni spesi dalla Roma (16,5 più 3,5 di bonus), le speranze riposte dai tifosi che a Fiumicino lo hanno accolto come il salvagente di una squadra che da due anni non va oltre il sesto posto

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(Il Tempo - E.Menghi) I milioni spesi dalla Roma (16,5 più 3,5 di bonus), le speranze riposte dai tifosi che a Fiumicino lo hanno accolto come il salvagente di una squadra che da due anni non va oltre il sesto posto e, soprattutto, il peso di una maglia storica sulle spalle. Strootman avrà quel numero 6 che indossava il suo mito Van Bommel e che nella memoria giallorossa è del campione del mondo Aldair: «Sarà difficile emulare quello che ha fatto per questo club». L’8 che aveva stampato sulla maglia del Psv è di Lamela e già prima di fare le visite mediche aveva richiesto il 6 liberato dal difensore dello scudetto 2001: «Sarà bello rivedere in campo quella maglia».

È un’eredità importante ceduta al centrocampista che arriva con l’etichetta del top player, anche se ancora non si sente all’altezza di una definizione che quest’anno è toccata ai soli Gomez e Tevez: «Io sono più giovane, forse non sono ancora al loro livello, ma spero di arrivarci. Non a caso ho firmato un contratto lungo». Cinque anni, come quelli che all’anagrafe si passa con l’attaccante arrivato alla Fiorentina dal Bayern Monaco, con un triplete in tasca. Strootman è arrivato con la voglia di riportare la Roma in Europa il prima possibile: «Sono qui per vincere e per farlo da sùbito. Mi rendo conto che la serie A è un campionato difficile. Uno stimolo extra arriverà dall’allenatore, che ha voglia di fare bene perché è nuovo. Sapevo fin dall’inizio che non avremmo giocato le Coppe, non è un problema, anzi può essere un vantaggio. Stekelenburg mi ha parlato di questo club gigantesco che ha un seguito forte che comporta delle pressioni, ma dove ci sono poche pressioni ci sono anche meno stimoli. Ho ricevuto altre proposte, ma ho scelto la Roma, un club di valore mondiale».

La società ha promesso di costruire un gruppo forte intorno a lui, Garcia gli ha parlato di come vuole che giochi la squadra: «La Roma non è nota per essere una squadra difensiva, conosco i nomi, ci sono attaccanti di livello in rosa e il tecnico ha dimostrato di far fare ai suoi calcio d’attacco, come nel Lille. Per me è stata pagata una cifra molto elevata, ma questo non deve incidere sulle mie prestazioni in campo. Voglio rispettare le attese». Garcia studierà l’olandese prima di dargli un ruolo preciso: «Posso ricoprire tutte le posizioni di centrocampo, ho giocato buone partite sia in fase offensiva sia difensiva. Non ho ancora parlato con De Rossi, per me sarà un onore giocare con un grande campione cresciuto in questo club. Insieme col mister troveremo il modo per giocare insieme». La mediana è al completo, il primo «buco» da riempire è la porta: per De Sanctis è ormai questione di ore ed è atteso a breve a Trigoria (non convocato da Benitez per l’amichevole di ieri con il Feralpi Salò, ha saltato anche la presentazione ufficiale del nuovo Napoli). De Laurentiis si è assicurato Reina, mentre Julio Cesar va verso l’Arsenal, da cui la Roma aspetta il sì per Gervinho.