Quanto vale questa Italia? Poco, a guardare i risultati ottenuti sul campo. Molto, moltissimo se si pesano gli ingaggi che ogni azzurro intasca per giocare. Gli altri lavorano, loro giocano. Ma riescono a «spacciare» il loro passatempo come lavoro. Sulla carta sono dei dipendenti, in pratica dei professionisti con retribuzioni stellari, sempre negoziate al netto delle imposte.
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Strapagati per perdere
Da Balotelli agli «esiliati» di Parigi è una Nazionale di sopravvalutati
Un mese di vacanza d’estate, un’intera settimana a Natale, mille privilegi, tanti diritti e un unico dovere: giocare. Possibilmente bene, quando capita, quando gli va. È vero, generano introiti. Fanno da moltiplicatore per i club che incassano soldi dalle tv e dal botteghino, sono loro gli attori di un circo nel quale il dio denaro conta più del rispetto dei tifosi. Le società fanno la loro parte: dipingere i calciatori come carnefici, e i presidenti come vittime ci sembra sinceramente eccessivo. È un concorso di colpa, in cui l’interesse è reciproco.
Nel gruppo azzurro di ritorno dal Brasile l’uomo d’oro si chiama Daniele De Rossi. Gioca nella Roma, e non è un giocatore qualunque.
Ha rifiutato la corte dei migliori club del mondo pur di restare legato ai suoi colori del cuore, il giallo e il rosso: un privilegio da sei milioni e mezzo di euro. Subito dietro di lui c’è Gianluigi Buffon, capitano della nazionale e portiere della Juventus. Pagato cento miliardi di lire, si porta a casa oltre quattro milioni. Stesso ingaggio per Mario Balotelli, accolto in rossonero come un idolo e oggi peso morto di un club che cerca ossigeno dal punto di vista economico: chi la vittima? Chi il carnefice? Thiago Motta guadagna gli stessi soldi, quattro milioni di euro all’ombra della Tour Eiffel che puntualmente la famiglia dell’emiro qatariota Al-Thani gli versz tutti i mesi sul conto corrente.
Andrea Pirlo ha da poco rinnovato il proprio contratto con la Juve: anche per lui una cifra di poco inferiore ai quattro milioni. Sorride anche Verratti, alle prese, per sua fortuna, con il ricco Psg: tre milioni e un futuro ricco di soddisfazioni. L’ultimo top player è Ciro Immobile, che da qualche settimana si è legato ai tedeschi del Borussia Dortmund: lo stipendio non avrà più il peso del marco tedesco, ma alla fine dei conti sono sempre due milioni di euro.
Ma non tutti sono come Bonaventura (niente a che fare col giocatore dell’Atalanta) il famoso signore dei fumetti che guadagnava un milione. Il laziale Candreva incassa appena novecento mila euro, Paletta ne prende cinquecentocinquanta mila, Perin cinquecento. Parolo guadagna trecentocinquanta mila euro a stagione: è lui il più povero della Nazionale, povero per modo di dire.
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