"E, alla fine, a due giorni dal responso sul progetto Stadio, la Roma rompe il silenzio che ha caratterizzato la strategia societaria in queste ultime settimane. Mark Pannes, membro del Consiglio di Amministrazione e del comitato esecutivo della Roma e braccio destro del presidente James Pallotta, rilascia una lunga intervista a Roma Channel per chiarire la posizione del club giallorosso su tutto il dossier Stadio.
rassegna stampa
Lo stadio serve a tutta la città
Le parole di Mark Pannes chiariscono la posizione del club giallorosso su tutto il dossier Stadio.
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"Riassumendo, Pannes afferma che raramente un progetto di questa importanza viene automaticamente approvato; il nuovo impianto creerà occupazione diretta e nell’indotto e questo è un elemento di pubblico interesse; alcune parti del progetto possono essere migliorate, ma non va dimenticato che con lo Stadio si portano 300 milioni di dollari di investimenti privati su Roma.
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"Entrando nel merito proprio del «pubblico interesse», Pannes dice: «Noi abbiamo un’idea di interesse pubblico molto più ampia del solo club o del nuovo Stadio. La creazione di occupazione è un fattore importante. Stiamo parlando di un minimo di 3.000 posti di lavoro creati nel corso della costruzione e almeno altrettanti quando lo stadio sarà aperto. Se aggiungiamo poi le aree dedicate all’intrattenimento, i cinema, i ristoranti e gli uffici si creeranno ulteriori nuovi posti di lavoro. E chiaramente in un momento come questo, noi crediamo che la capacità di portare nuova occupazione, sia un elemento di pubblico interesse per la città di Roma».
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"Di fronte al possibile «spacchettamento» nella risposta del Comune (approvazione con modifiche dello Stadio e delle sue pertinenze ma bocciatura delle cubature aggiuntive), Pannes è molto chiaro: «Gli elementi del sito principale lavorano insieme come un’unica unità, indivisibile e creata per poter essere economicamente sostenibile. I costi legati alle infrastrutture sono molto alti e per poter sostenere un finanziamento privato dobbiamo prevedere delle attività commerciali aperte di giorno e di sera» per creare «un ecosistema pienamente funzionante» che finanzi «i costi delle infrastrutture previste per questo grande progetto».
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"L’uomo che Pallotta ha messo a capo dell’intero progettorisponde direttamente anche a quanti avevano avanzato dubbi in merito alla questione societaria. Lo Stadio di chi sarà? «Abbiamo un gruppo di proprietà che ha una partecipazione di controllo nel club, e avrà la partecipazione di controllo anche nello stadio. Quello che abbiamo è un gruppo di proprietà e uno stadio da un lato, e la società dall'altro, entrambi controllate da un gruppo che è guidato da Mr. Pallotta. Unicredit, azionista di minoranza del club, ha rifiutato di partecipare al finanziamento dello stadio. La proprietà di controllo per entrambi è una holding gestita da Mr.Pallotta. Per rispondere alla domanda su cosa accadrebbe se una delle due entità fosse venduta, sia essa lo stadio o il club, dico che non è una cosa molto realistica, perché il loro valore combinato è molto superiore rispetto al loro valore singolo. Quindi c'è sempre l’incentivo a tenere insieme le due entità e un grande disincentivo a separarle».
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"Una risposta Pannes la dedica al «nodo dei nodi», i trasporti e la mobilità. «Abbiamo bisogno di aggiornare gli accessi stradali intorno a tutto l'impianto. Vogliamo collegarlo meglio facilitando l’accesso delle autovetture all'autostrada che si trova nelle vicinanze. Siamo inoltre consapevoli che dobbiamo incrementare i collegamenti con la Via del Mare e Via Ostiense, e lavorare ad entrambe le linee della metropolitana e la stazione di Tor Di Valle».
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"In chiusura, un’ultima battuta chiarissima: il progetto porta «quasi 300 milioni di dollari d’investimenti privati in infrastrutture. Sappiamo che in tutto il mondo è molto difficile trovare un privato pronto a farsi carico di un investimento così alto». Tra due giorni la prima, cruciale risposta da parte della conferenza dei servizi convocata dal Comune.
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