Come nel film di Jean-Luc Godard, la Giunta Raggi arriva «All’Ultimo Respiro» per buttare giù una pezza d’appoggio che le consenta di provare ad allungare i tempi della Conferenza di Servizi decisoria sullo Stadio della Roma di Tor di Valle. Probabilmente senza riuscirci. Ieri pomeriggio, mentre in Regione andavano il vicesindaco, Luca Bergamo, e l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, per «trattare» il canovaccio dell’ultima seduta della Conferenza in agenda per il 5 aprile, la Giunta ha tirato fuori il testo di una delibera che delibera assai poco ma che – almeno questo – détta un paio di linee guida su cui, nelle prossime settimane, il Dipartimento Urbanistica dovrà redigere il nuovo testo che sostituirà quello di Marino.
rassegna stampa
Stadio Roma, via libera con beffa
Quella della Raggi non è una nuova delibera ma delle "linee guida" poco più di un promemoria senza nessun valore sulla Conferenza dei servizi. I tempi si allungano e di molto
Ufficialmente, il Comune scrive che "si conferma l’interesse alla realizzazione del progetto dello stadio a Tor di Valle" purché la proposta progettuale "sia adeguata al mutato quadro delle condizioni e a nuovi obiettivi prioritari". Inoltre, il Dipartimento Urbanistica dovrà «procedere alla revisione» della Delibera Marino sul pubblico interesse. Nuova delibera e nuovo progetto che avranno nuovi paletti di pubblico interesse: taglio del 50% del Business Park con "l’eliminazione delle torri"; potenziamento della Roma -Lido (di proprietà della Regione) «con un servizio minimo di 20.000 passeggeri l’ora sull’intera tratta» cui aggiungere «7.500 passeggeri l’ora» sulla ferrovia Orte-Fiumicino Aeroporto «durante gli eventi sportivi»; «l’unificazione della Via Ostiense-Via del Mare nell’intero tratto urbano tra Grande Raccordo Anulare e Viale Marconi (l’allungamento del percorso permetterebbe di raggiungere anche il previsto Ponte dei Congressi già finanziato dallo Stato)». Più le opere sul Fosso del Vallerano e l’edificazione sostenibile.
Quella della Raggi, però, non è una nuova delibera ma, appunto, delle «linee guida» poco più di un promemoria senza nessun valore sulla Conferenza stessa. È come se, con la Raggi, l’orologio si fosse fermato alla sera del 24 febbraio, quando venne chiuso l’accordo con Baldissoni e Parnasi, benedetto online con la conversazione in fluente inglese fra il Sindaco e il presidente giallorosso, Pallotta. Queste linee guida avrebbero potuto essere scritte in poche ore già all’indomani dell’accordo e oggi, quindi, la Giunta avrebbe potuto varare la vera nuova delibera. Invece, in oltre un mese di tempo da quel 24 febbraio, in Campidoglio non hanno saputo fare di meglio. Dalla Regione, dove si aspettavano almeno il testo di una vera delibera di Giunta, l’orientamento è quello di chiudere l’attuale Conferenza con un nulla di fatto che vanifica quasi 9 mesi di lavori.
A questo punto, quindi, i tempi si allungano e di molto: due o tre mesi sono quelli necessari alla Raggi per avere una vera nuova delibera approvata in Consiglio comunale. Poi un periodo non quantificabile necessario alla Roma per presentare il vero nuovo progetto. Quindi i tre mesi a disposizione del Campidoglio per esaminarlo in via preliminare per decidere se potrà entrare nella nuova Conferenza di Servizi che avrà ancora una volta 180 giorni per decidere. Insomma, al di là dell’incognita del tempo necessario alla redazione del progetto, ci vorrà un altro anno per tornare al punto di oggi: approvare o respingere il progetto di dare alla Roma la sua futura casa.
(F.Magliaro)
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