rassegna stampa

Stadio Roma, Franceschini: «Ultima parola al Cdm»

Parla il ministro: "L’unico che può fare qualcosa è il Premier Gentiloni, romano doc, e il Governo ma con un atto di imperio. Questa è la verità. Tutto il resto sono chiacchiere"

Redazione

«Ha detto bene il ministro Madia (Marianna Madia, titolare della Pubblica amministrazione nel Governo Gentiloni): su vincoli e pareri le soprintendenze sono autonome e indipendenti e il ministro dei Beni culturali e del Turismo non ha alcuna possibilità di condizionarne le scelte. Se intervenissi per cercare di influenzare i procedimenti in corso violerei la legge commettendo un atto illecito». Lo ha detto il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, intervenendo sul caso dello stadio della Roma, in occasione della firma dell’accordo di valorizzazione del patrimonio archeologico, storico e artistico di Ravenna.

Il responsabile del Dicastero di via del Collegio Romano ha sottolineato inoltre che «esistono percorsi amministrativi e giurisdizionali che consentono a tutti gli interessati, privati o istituzionali, di tutelarsi». Franceschini ha aggiunto che «come previsto da uno dei decreti della riforma che porta il nome del ministro Madia, a conclusione dell’iter in conferenza dei servizi,la scelta finale, per la parte di competenza statale, potrà essere portata alla decisione del Consiglio dei Ministri». Al titolare della Cultura fa eco l’ex sottosegretario ai Beni culturali con il Governo Berlusconi, Francesco Giro: «Come ho detto più volte il progetto dello stadio con quel parere della soprintendenza è di fatto bloccato ed entrato in un labirinto di possibili ricorsi di fronte al giudice amministrativo gravido di conseguenze negative. Anche la Raggi ora è tagliata fuori e Grillo non può consultare nessun popolo. L’unico che può fare qualcosa è il Premier Gentiloni, romano doc, e il Governo ma con un atto di imperio. Questa è la verità. Tutto il resto chiacchiere, anche quelle di Grillo. In tutta questa vicenda il ministro Franceschini non poteva fare molto e infatti non ha fatto nulla se non balbettare qualcosa tardivamente».