L’avvocatura comunale è stata nettissima: l’ipotesi di annullamento d’ufficio della Delibera Raggi sul pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma di Tor di Valle non è una strada percorribile. Esiste però una componente degli eletti grillini che vorrebbe cassare il progetto. Come riporta Il Tempo, l’unica pista percorribile è quella della revoca, che ha dei costi ancora non quantificabili. Un dato è sicuro: la revoca non è gratis e la legge prevede che vi sia un indennizzo parametrato al danno emergente. Ad oggi la Roma dichiara di aver già speso tra i 75 e gli 80 milioni, ma bisognerebbe valutare anche il danno d’immagine. Inoltre la delibera di revoca necessita di un iter complesso che prevede una condivisione del processo con il soggetto proponente. A Trigoria si studia anche la possibilità di rivolgersi al Tar per la nomina di un commissario “ad acta” nel caso in cui, terminati positivamente i colloqui preparatori, la Raggi tentennasse troppo nel portare i vari testi al voto in Consiglio. A sostegno della Roma c’è il fatto che tutti i vertici tecnici capitolini ritengano che la variante urbanistica sia un atto dovuto.
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Stadio della Roma: la revoca costerebbe troppo
L'unica strada percorribile è quella della revoca, ma con costi non quantificabili
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