rassegna stampa

Spalletti: «Sfida impari. Totti come Pizzul»

Il tecnico giallorosso: "Per la Lazio noi siamo l’unica ragione, mentre noi abbiamo anche altre mire". Poi paragona il capitano al telecronista pensionato

Redazione

Ne ha vinti tre, ne ha persi altrettanti, «ma mi ricordo bene gli episodi di quelle partite». Il derby è un ricordo agrodolce per Spalletti, che accende la vigilia della nuova sfida con dichiarazioni forti e ben indirizzate.

A partire dai rivali. «Siamo l’unica ragione d’esistere per la Lazio - dice il tecnico - noi invece abbiamo altre mire e dobbiamo essere bravi a saper gestire le emozioni. Non voglio sminuire la partita ma puntiamo a confrontarci con l'Europa calcistica. Mi sarebbe piaciuto giocare il derby ad armi pari, avrei preferito che anche loro avessero avuto degli obiettivi ai quali pensare oltre a noi». Il toscano, infatti, teme che il «nulla da perdere» nella testa dei laziali possa sfavorire la sua squadra. Questione di pressione, insomma, ma Spalletti non ha dubbi su come scacciarla: «Tenteremo di fare la partita e di vincerla».

Poi l’attenzione si sposta sul caso-Totti. Gli chiedono cosa risponda al sondaggio lanciato da Sky, sull’opportunità di far partire il capitano dal primo minuto in quella che dovrebbe essere la sua ultima stracittadina, e l’allenatore sfodera un paragone molto eloquente: «Anch’io voterei per Francesco in campo ma si potrebbe proporre anche un sondaggio diverso: fare commentare l’Europeo a Pizzul o Caressa?». Insomma Totti come un telecronista pensionato, metafora chiarissima. «Lui - prosegue Spalletti - ha sempre fatto vedere grandi giocate dentro i derby, però da allenatore bisogna considerare tante cose e io spero di comportarmi nella giusta maniera perché è una partita importante. Francesco i suoi colpi li mostrerà sempre, se si tratta di quelli possiamo rinnovargli il contratto di 5-6 anni perché il piede rimarrà lo stesso. Ma quando si analizza una gara non si tiene conto di tante situazioni. È vero, un anno fa ha segnato una doppietta alla Lazio, però chi dice che nel primo tempo di quella partita la squadra è andata sotto di due gol perché non aveva l'apporto di un calciatore a coprire spazi? In allenamento è un piacere, se gli passano tre palloni sui piedi è come se gliene passano sei, si raddoppiano sempre. Poi però la palla ce l'hanno gli altri e come si fa?».

Come se non bastasse, il tecnico racconta che la settimana scorsa «abbiamo fatto una partita da 90' con la Primavera e ho dei numeri da portare per spiegare certe decisioni». Tradotto: se non si allena al livello degli altri non può giocare. Sulla questione del contratto Spalletti continua a sfilarsi. «Io vorrei 15 Totti, gente forte come lui, ma non vado a interferire in una storia così delicata: si devono dire tutto con la società». Qualsiasi cosa accada in campo, le telecamere oggi punteranno una panchina dove potrebbe sedersi anche De Rossi. «Tento di far giocare i migliori - spiega il tecnico - come dice l’inno della Champions che è il nostro traguardo. Daniele ha fatto dei buonissimi allenamenti però ho una buona rosa a disposizione e per me è più facile decidere visto che De Rossi conosce il modo di pensare di un allenatore».

Spalletti ne ha anche per Nainggolan, che nell’intervista a Il Tempo ha ammesso di voler ascoltare eventuali offerte di grandi club. «Chi vuole andarsene, vada via, non ci sono problemi. Anzi saremo noi a scegliere qualcuno da mandare altrove - dice confermando le prossime cessioni - non ci si può legare a nessuno. Vogliamo gente che lotta per i risultati a cui ambiamo. Radja dice Roma al livello di Juve e Napoli? Così è il primo ad ammettere che ha fatto poco, essendoci questa distanza in classifica bisogna cominciare a mettere qualcosa di più sul piatto e pedalare».

Chiusura romantica sulla curva assente e radunata oggi a Testaccio: «Il derby fa battere le mani ma molto di più i cuori e quando battono fanno rumore anche da Testaccio: avremo lo stesso supporto. Chiederò a Gabrielli se è possibile parlarci, per capire meglio tutto». Luciano Spalletti, molto più di un allenatore.

(A. Austini)